Martedì 16 Luglio 2024

Colf e badanti introvabili. Due su tre sono straniere

L'Italia affronta una carenza di colf e badanti, con oltre un milione e mezzo di lavoratori importati. Il Rapporto Assindatcolf-Idos evidenzia la necessità di aiuti statali e una razionalizzazione delle politiche sull'immigrazione per soddisfare il fabbisogno di assistenza domestica.

Colf e badanti introvabili. Due su tre sono straniere

Colf e badanti introvabili. Due su tre sono straniere

COLF E BADANTI introvabili. E soprattutto impossibili da sostituire con l’Intelligenza Artificiale. Per questo l’Italia è costretta a importarne oltre un milione e mezzo, ovvero due terzi del fabbisogno, e sono sempre più necessari sia gli aiuti da parte dello Stato sia una razionalizzazione delle politiche sull’ingresso degli immigrati. Lo sostiene il Rapporto Assindatcolf-Idos, secondo cui nel 2025 le famiglie avranno bisogno del supporto di circa 2 milioni 288mila unità di personale domestico per soddisfare il proprio fabbisogno di assistenza. Numeri che includono non solo i nuclei con lavoratori già in regola, ma anche i datori di colf e badanti senza contratto e persone che vorrebbero assumere ma che non possono permetterselo. Di questi, due su tre dovremo trovarli all’estero (1 milione 524mila lavoratori) e 764mila saranno italiani.

Dall’indagine emerge dunque la necessità di aiuti da parte dello Stato e anche di una razionalizzazione delle politiche sull’ingresso degli immigrati. Nel dettaglio si calcola che il fabbisogno di badanti sia attorno a 1 milione e 25mila, circa 713mila stranieri e 312mila italiani. Rispetto alla nazionalità, la regione con la quota più bassa di badanti stranieri (meno del 19% del totale) è la Sardegna, seguita da Molise (45,6%), Calabria (48,3%) e Sicilia (48,4%). Al contrario, in Emilia-Romagna e Lombardia la quota di badanti stranieri sul totale si aggira intorno all’85%. Quanto alle colf, si prevede che ne serviranno oltre 1 milione 262mila, di cui circa 811mila straniere e 452mila italiane. A guidare la classifica regionale del fabbisogno sono la Lombardia e il Lazio, rispettivamente con 209mila e 208mila unità.

Lo studio mette anche in evidenza come il costo dell’assistenza domestica e quindi di welfare "sia ormai diventato un problema trasversale – osserva Andrea Zini (nella foto), presidente di Assindatcolf – e per questo da anni chiediamo misure universali, e non legate all’Isee o all’età, che aiutino tutte le famiglie a sostenere i costi del personale domestico, lato contributivo ma soprattutto sul fronte delle retribuzioni. Inoltre, mentre in passato la figura della colf era nettamente prevalente rispetto al badante, oggi le due professioni ormai si equivalgono in termini di contratti. Questo dovrebbe far riflettere le istituzioni rispetto al peso che ricopre il settore domestico nella gestione della terza età e della non autosufficienza, purtroppo ancora considerato di serie B".

Crisi demografica e invecchiamento della popolazione vanno di pari passo con il crescente bisogno di assistenza domestica e "gli immigrati potrebbero dare un apporto ancora più apprezzabile se si razionalizzassero le politiche sull’ingresso e la permanenza regolare degli stranieri in Italia – aggiunge Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche Idos – In particolare quelle, spesso contorte, che ne normano l’inserimento occupazionale, dalla rilevazione del fabbisogno di manodopera straniera alla determinazione delle quote, alla chiamata nominativa al buio, al click-day, all’asseverazione di sostenibilità economica e alla verifica dell’indisponibilità di lavoratori italiani".