Lunedì 30 Settembre 2024

Al via i corsi di Ibc: "Formazione fondamentale per le Pmi"

L'Associazione delle Industrie di Beni di Consumo, con 35 mila aziende associate, si impegna per la sostenibilità e la formazione nel settore grocery. Presidente Flavio Ferretti promuove la digitalizzazione e la standardizzazione per migliorare la competitività e ridurre i costi. La sfida è la trasformazione digitale per competere globalmente e ridurre le emissioni di anidride carbonica.

Al via i corsi di Ibc: "Formazione fondamentale per le Pmi"

L'Associazione delle Industrie di Beni di Consumo, con 35 mila aziende associate, si impegna per la sostenibilità e la formazione nel settore grocery. Presidente Flavio Ferretti promuove la digitalizzazione e la standardizzazione per migliorare la competitività e ridurre i costi. La sfida è la trasformazione digitale per competere globalmente e ridurre le emissioni di anidride carbonica.

CON 35 MILA aziende associate Ibc, Associazione delle Industrie di Beni di Consumo, rappresenta milioni di persone, per un giro d’affari complessivo di 500 miliardi di euro, di cui 220 riconducibili al settore grocery, ovvero a prodotti alimentari, cura per la casa e per la persona. "Noi rappresentiamo sia le grandi imprese di produzione, sia le piccole e piccolissime, ed è quindi molto importante far sentire la voce di queste imprese più piccole, ma fondamentali per il tessuto produttivo del paese", spiega Flavio Ferretti (nella foto sopra), presidente di Ibc. Manager di lungo corso, Flavio Ferretti è cresciuto professionalmente nel Gruppo Lavazza. Si è occupato di vendite, trade e consumer marketing, integrazione delle aziende acquisite, sviluppo internazionale. Nel 2024 ha lasciato l’azienda per assumere la carica di amministratore delegato di Noberasco, mentre dal 2023 è presidente di Ibc.

Il contesto economico impone che le aziende produttrici di beni alimentari e non siano sempre più attente alla sostenibilità e all’ambiente. Per questo Ibc punta a fare eventi formativi non solo nella propria sede principale, ma in tutta Italia. A Milano, nella sede di Assolombarda, e a Bologna, in collaborazione con il nostro giornale, ci saranno i primi incontri, a cui faranno seguito altri. Dopo l’appuntamento milanese del primo ottobre, su digitalizzazione dei processi e azioni di miglioramento della logistica, temi tecnici, molto utili per i produttori italiani per affrontare al meglio il mercato e le sfide quotidiane, ci saranno altri impegni formativi nei territori. "Abbiamo capito che dobbiamo essere sempre più vicini, territorialmente, ai nostri associati e che la formazione, soprattutto per le piccole e medie imprese, è fondamentale", dice Ferretti. Digitalizzazione e sostenibilità sono i driver su cui si sviluppa tutto l’impegno di Ibc. Il prodotto interno lordo italiano in lieve crescita, in linea col dato europeo, indica che i momenti peggiori, legati, prima al post-pandemia, poi, alla crisi degli ultimi due anni, dovuta all’aumento dei costi di produzione, soprattutto legati all’incremento dei prezzi dell’energia, sembrano essere alle spalle. Questo significa che diminuiranno i prezzi al consumo? Purtroppo non ancora, ma sicuramente il taglio dei tassi decisi dalla Banca centrale europea e la diminuzione nei fatti di costi di produzione sono segnali positivi per imprese e consumatori finali. In ogni caso Ibc è impegnata in prima linea sia sul fronte normativo, che di dialogo costante con tutti gli attori del settore produttivo. "Siamo molto contenti di essere stati coinvolti al tavolo del Ministero delle imprese. Siamo certi che la via del dialogo e del confronto sia fondamentale perché le imprese italiane siano sempre più competitive".

Ibc si impegna anche a lavorare per migliorare gli standard. "Faccio un esempio, il codice a barre compie 50 anni e non c’è dubbio che abbia migliorato la vita dei consumatori. Ora lavoriamo per migliorare logistica e trasporti, abbassando i costi per i produttori, definendo gli standard e dando vantaggi sia alla grande e piccola distribuzione, che, soprattutto al consumatore finale", dice Flavio Ferretti. Vantaggi che sono misurabili sia in termini economici, che di sostenibilità per l’ambiente. Grazie agli interventi già fatti in questa direzione di miglioramento delle performance di trasporto, lavorando affinché i mezzi viaggino sempre a pieno carico, quindi senza sprechi, si sono in 10 anni registrati miglioramenti. Meno 160 milioni di euro di costi. 450 mila viaggi evitati ogni anno, per un saldo negativo anche dell’anidride carbonica, che segna un meno 97 mila tonnellate evitate. "Oggi stiamo lavorando per avere un dialogo a quattro, ovvero fra industrie di produzione, grande, media e piccola distribuzione, istituzioni e logistica", spiega Ferretti. Le altre grandi sfida per l’associazione di categoria e i suoi associati sono la digitalizzazione e l’impiego delle nuove tecnologie informatiche, ovvero l’intelligenza artificiale, anche nel settore della produzione, "un tema che porterà le nostre imprese ad essere più dinamiche e più competitive. Su questo occorre puntare per il futuro, sia per migliorare la produzione, sia per abbattere i costi. Per questo stiamo progettando una serie di incontri di formazione proprio sulla digitalizzazione e sulla logitica. Digitalizzazione per le nostre imprese significa non solo digitalizzazione dei processi e della produzione, ma anche digitalizzazione dei documenti di trasporto, quindi completa dematerializzazione dei documenti di trasporto. In questo stiamo lavorando per una standardizzazione e siamo stati invitati al tavolo del ministero".

D’altra parte, sappiamo bene come nella crescita della produttività sarà decisivo l’impatto della trasformazione digitale. Lo ha ricordato recentemente Mario Draghi. L’ex premier, già presidente della Banca centrale europea, ha sottolineato da poco come il divario tra Europa e Stati Uniti, sia in gran parte spiegato dal settore tecnologico. L’Europa e l’Italia sono rimaste quasi escluse dalla rivoluzione digitale di internet e dai guadagni di produttività, poiché deboli nelle tecnologie emergenti che guideranno la crescita futura. Solo quattro delle prime 50 aziende tecnologiche mondiali sono difatti europee. Eppure, la necessità di crescita per l’Europa è in aumento. Da qui la necessità anche per Ibc e per le 35 mila imprese che rappresenta di spingere l’acceleratore sulla digitalizzazione, per riuscire a competere con armi intelligenti sul mercato globale, creando standard, migliorando produzione, gestione, logistica, abbattendo i costi per i consumatori finali e le emissioni di anidride carbonica.