Roma, 25 febbraio 2015 - Christine Lagarde lancia un "j'accuse" contro un "complotto" che impedisce alle donne di dare il loro contributo attivo al benessere del mondo. Una delle donne più potenti al mondo, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, scrive nel suo blog: "In troppi Paesi, troppe limitazioni legali cospirano contro le donne, impedendo loro di essere economicamente attive". "In un mondo alla ricerca di crescita - continua Lagarde - le donne potrebbero contribuire a trovarla, se solo si imbattessero in un terreno da gioco regolare e non in un campo pieno di insidie".
Prima donna a guidare l'Fmi, Lagarde ha rinnovato l'invito alle istituzioni finanziarie internazionali a rafforzare il ruolo delle donne nelle economie del mondo, sottolineando come questo atteggiamento migliorerebbe le prospettive di crescita e di sviluppo. Argomenti ancora più validi laddove vi sia una recessione economica o una popolazione in rapido invecchiamento, come ad esempio il Giappone. Uno studio redatto dall'Fmi rileva che nonostante i progressi in tema di parità di genere, in almeno il 90% dei Paesi del mondo intero permangono limitazioni normative basate sul sesso e che in almeno 28 Paesi vi sono almeno 10 norme che discriminano le donne.