Lunedì 23 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

La ricetta di Sbarra (Cisl): "No al salario minimo per legge. Con i contratti si ottiene di più"

Il segretario boccia l’idea di sinistra, M5s e Azione: fissando una cifra oraria non si garantiscono le tutele. "La nostra idea è di estendere a tutti i lavoratori di un settore gli accordi migliori siglati".

Sbarra (Cisl): "No al salario minimo per legge. Con i contratti si ottiene di più"

Roma, 5 luglio 2023 – Segretario Sbarra, sul salario minimo Cgil e Uil hanno cambiato posizione e anche la Confindustria si dice favorevole a fissare la soglia minima legale di 9 euro. Perché voi non siete d’accordo?

"Il salario minimo serve, e anche subito – avvisa Luigi Sbarra, numero uno della Cisl –. Ma va fatto collegandolo ai contratti, come indica anche l’Ue nella sua direttiva. La via è quella dell’estensione, settore per settore, dei trattamenti economici complessivi dei contratti collettivi di lavoro maggiormente diffusi, che sono quelli confederali e che si attestano mediamente ben al di sopra dei 9 euro".

Qual è la differenza con la proposta delle opposizioni?

"Nel modo da noi sostenuto non solo garantiremmo una retribuzione oraria dignitosa a tutti i lavoratori, ma anche tutele e maggiorazioni, garanzie che solo un contratto può assicurare: dalle tredicesime alla sanità, dalla pensione integrativa a buoni pasto, ferie, Tfr, straordinari, lavoro notturno. Un buon contratto è sempre meglio di una cifra fissata dalla legge".

Qual è il rischio, invece, di una quota minima fissata per legge?

"Si rischia l’uscita di molte aziende dai perimetri dei contratti nazionali, una compressione verso il basso delle fasce medie dei redditi e l’incremento del lavoro nero nelle fasce del lavoro debole. Bisogna salvaguardare la contrattazione collettiva che è lo strumento per tutelare tutti i lavoratori".

Come si può uscire, allora, dal muro contro muro?

"Con una norma leggera che indichi il riferimento dei contratti prevalenti, che sono quelli confederali, e dia valore universale a quei contenuti. Non serve una legge sulla rappresentanza, che rischia di essere un cavallo di Troia per imbrigliare le parti sociali e sottrarre libertà alla contrattazione. Si prendano i dati già in possesso di Inps e Cnel, si obblighi le aziende a pubblicare sulla busta paga il codice del contratto applicato: per fare una mappatura completa serve veramente poco".

Il presidente di Confindustria, sostiene che i contratti firmati da loro sono superiori alla soglia dei 9 euro.

"Sicuramente stiamo rinnovando tanti contratti importanti ben al di sopra delle soglie minime e con un buon recupero sul piano anti inflattivo. Ma al presidente Bonomi, però, voglio ricordare che aspettiamo da più di dieci anni alcuni rinnovi contrattuali come quello della sanità privata oppure adeguamenti salariali su Ccnl Multiservizi e Guardie giurate per i quali i minimi sono bassi per indisponibilità delle associazioni datoriali. Una vergogna. Confindustria adegui, sblocchi e rinnovi anche questi contratti dove si annida il vero lavoro povero".

Perché siete contrari alle leggi in materia di salario?

"La Cisl è stata sempre contraria a questa intromissione della legge su materie che devono restare affidate alle parti sociali secondo un principio di autonomia che sorregge anche la democrazia economica di questo Paese. Noi difendiamo l’idea che la libera contrattazione e le relazioni industriali restino autorità salariale. Non per gelosia, ma perché l’incontro negoziale è l’unico che possa rispondere con velocità e adeguatezza alle condizioni reali dei settori e dell’economia. La vera legge che serve in questo Paese è quella sulla partecipazione dei lavoratori su cui stiamo raccogliendo le firme in tutta Italia per attuare finalmente l’articolo 46 della Costituzione".

Ammetterà che esiste un problema salariale in Italia rispetto ad altri Paesi europei...

"Le basse retribuzioni sono lo specchio di un Paese che cresce poco, male e ha un tessuto produttivo estremamente polverizzato. C’è un problema dimensionale da affrontare nelle imprese insieme con una questione produttività da risolvere anche investendo sulla contrattazione decentrata, detassando le retribuzioni premiali, professionali e di scomodità e anche le tredicesime per lavoratori e pensionati. Occorre assicurare la strutturalità del taglio contributivo sul lavoro. Le associazioni datoriali ci aiutino a negoziare contratti territoriali per le piccole imprese con perimetri condivisi tra le parti sociali".

Un’ultima nota: il leader della Uil Bombardieri vi ha attaccato dicendo che avete rapporti con sindacati autonomi che firmano contratti pirata, sindacati che vengono poi invitati ai tavoli con il governo?

"In realtà ha detto gialli, per poi virare su autonomi il giorno dopo. Fa una gran differenza. Sono affermazioni del tutto gratuite e offensive. Tutti sanno che la Cisl ha sempre contestato e contrastato accordi di comodo firmati da sindacati gialli. Abbiamo anzi detto più volte che bisogna spingere sulle ispezioni. Ministero del lavoro e Inps hanno tutti gli strumenti per risolvere il problema. Detto questo noi dialoghiamo da sempre senza pregiudiziali con tutte le associazioni libere e democratiche che apprezzano e rispettano la nostra linea riformista, partecipativa e autonoma dalla politica".