Sabato 18 Gennaio 2025
BRUNO
Economia

La politica dia una mano alle nostre Pmi

Villois Da quando la Fiat e alcune tra le maggiori imprese italiane hanno ceduto o dislocato le attività, le Pmi sono...

VilloisDa quando la Fiat e alcune tra le maggiori imprese italiane hanno ceduto o dislocato le attività, le Pmi sono diventate il primo pilastro dell’imprenditoria italiana, dimostrando di essere in grado di fare molto per l’export, portandolo al quarto posto nel mondo. La loro forza sta nell’ingegnosità, nella praticità abbinata a un capacità decisionale rapida e quindi snella. La debolezza sta nella limitata patrimonializzazione, nell’elevato livello di indebitamento e soprattutto nell’essere inseriti in filiere ormai essenzialmente a capitale estero. Indubbiamente le componenti di forza, con la crisi di ampi comparti industriali, si sono indebolite, anche per i ritardi di investimenti, mentre quelli di debolezza si stanno ulteriormente appesantendo. L’uscita di parte rilevante del capitalismo nostrano dall’industria è ormai concretizzato, le Pmi e le medie imprese debbono difendere le posizioni acquisite nella fornitura da una concorrenza estera sempre più aggressiva.

Per tenere le posizioni e continuare a essere pilastro del nostro sistema industriale è necessario sostenerne la crescita con agevolazioni fiscali e burocratiche, in modo da farle diventare più grandi. Per riuscirci serve più iniezione di capitale proprio di soci e azionisti e parimenti una politica creditizia maggiormente disponibile a erogare finanziamenti, avendo però alle spalle garanzie pubbliche. Stimolare il capitalismo italiano a ridare fiato alle imprese è compito del governo e più in generale della politica, garantendo certezza delle regole e riconoscimenti fiscali agli investitori.