Giovedì 19 Dicembre 2024
ELENA COMELLI
Economia

Credit Suisse è salva, ma ora trema l’America: crolla First Republic

Lagarde dopo il salvataggio dell'istituto elvetico: il sistema tiene. Un nuovo fallimento negli Stati Uniti potrebbe riportare il panico

L’Europa respira dopo il salvataggio di Credit Suisse e la Bce fa ripartire i mercati. L’ennesima giornata difficile per i listini si è conclusa ieri in deciso rialzo dopo un’apertura nervosa: Milano a +1,62, Parigi a +1,27, Francoforte a +1,12 e Londra a +0,93. Il piano di salvataggio di Credit Suisse da parte della rivale Ubs in realtà non è stato accolto bene dai mercati, ma dare la svolta alla giornata è stato l’intervento della Bce, con la presidente Christine Lagarde che ha parlato di tenuta del sistema europeo e ha sottolineato che l’Eurotower è pronta a intervenire per garantire liquidità e stabilità.

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Credit Suisse
Credit Suisse

Sul salvataggio di Credit Suisse, che ieri ha perso in Borsa oltre metà del suo valore (-55%), Lagarde per ora si è limitata a dire che la Bce ha accolto "con favore l’azione rapida e le decisioni prese", ma fra le righe è trapelata una velata critica per le modalità del piano di salvataggio messo in campo dalla collega elvetica, ovvero dalla Banca nazionale svizzera. L’azzeramento delle obbligazioni di Credit Suisse, per un controvalore di circa 16 miliardi di franchi svizzeri, ha sollevato preoccupazione a Francoforte per le ripercussioni sulle obbligazioni bancarie degli istituti europei, vista la scelta svizzera di privilegiare le azioni in mano agli azionisti sauditi e del Qatar, penalizzando le obbligazioni, per quanto di natura ibrida e più vicina al capitale azionario che a titoli obbligazionari puri. La presidente della Bce ha assicurato che "non c’è scambio tra la stabilità dei prezzi e stabilità finanziaria", ribadendo che sono entrambe necessarie e "richiedono strumenti distinti". Sulle modalità di salvataggio di Credit Suisse è intervenuto anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, esprimendo stupore per "L’ordine di priorità tra azionisti e obbligazionisti" ma parlando anche di "ricadute insignificanti" per l’Italia.

La guardia sul sistema creditizio però rimane alta e con un occhio agli Usa, dove dopo i fallimenti di Silicon Valley Bank e di Signature Bank, ora trema First Republic Bank, che ieri ha chiuso a Wall Street con un tonfo del 47% ai suoi nuovi minimi. Si aspetta un’azione di salvataggio da parte della Fed, ed è attesa per domani anche la decisione sui tassi, che secondo gli analisti verranno comunque alzati di altri 25 punti base, portando il tasso dei fondi federali nel range 4,75%-5%, ben più in alto dei tassi dell’Eurozona, che la scorsa settimana sono arrivati al 3,50%. "Il presidente Joe Biden ha fiducia in Jerome Powell", ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, rispondendo a una domanda sulle critiche rivolte al presidente della Fed per le banche.

Gli investitori vanno a caccia di asset considerati più sicuri, come i titoli di Stato e il bene rifugio per eccellenza, ossia l’oro, arrivato a salire sopra i 2mila dollari l’oncia. Oltreoceano l’attenzione rimane concentrata su First Republic Bank, ancora in forte calo dopo essere stata salvata da un consorzio formato da undici banche, che hanno garantito 30 miliardi di dollari di liquidità. I titoli arretrano di oltre il 17% risentendo del fatto che S&P ha tagliato il rating. Intanto tensioni sul settore bancario continuano a spingere in rialzo i prezzi dei titoli del Tesoro, con il rendimento – che si muove inversamente al prezzo – del titolo a 2 anni sceso in una settimana dal 5% al 3,75%.