Martedì 12 Novembre 2024
ANTONIO TROISE
Economia

La manovra al traguardo, soldi alla sanità e meno tasse. Le imprese: basta una tantum

Il governo incontra le parti sociali: 5 miliardi per la pubblica amministrazione. Spiragli sul Superbonus

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti

Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti

Roma, 14 ottobre 2023 – Cinque miliardi per rinnovare i contratti della pubblica amministrazione, una dote di 3 miliardi per la sanità, la riduzione dell’Irpef con l’accorpamento delle prime due aliquote e la conferma del taglio del cuneo fiscale, sia pure solo per un anno, l’esordio della global minimum tax, la mini-Ires al 15% per le aziende che assumono o che investono in tecnologie innovative e, infine, il pacchetto da un miliardo per la natalità e le famiglie. Nel frattempo si apre uno spiraglio sul Superbonus, con una possibile proroga allo studio, quantomeno per i condomini.

Le novità della manovra

Il governo illustra ai sindacati le misure della prossima manovra economica, che sarà varata lunedì prossimo. E nel vertice a Palazzo Chigi con le parti sociali, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti cala, a sorpresa, anche l’asso del rinnovo dei contratti di lavoro, rimasto fino all’ultimo in bilico per problemi di copertura. E annuncia una nuova sforbiciata, fino a 2 miliardi, per i tagli di spesa ai ministeri.

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Il tavolo con le parti sociali

Alla riunione convocata a tarda sera per consentire al titolare di via Venti Settembre di tornare da Marrakech, dove era impegnato per il vertice di Fmi e Banca Mondiale, non c’è la premier, Giorgia Meloni, in missione in Mozambico. Ma non c’è neanche il leader della Cgil, Maurizio Landini, che poco prima era tornato a sparare a zero sulla manovra del Governo: "Siamo in presenza di un disegno di legge pericoloso perché la manovra non fa crescere il Paese". Ed è assente anche il numero della Uil, Pier Paolo Bombardieri. Presente, invece, il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra e quello dell’Ugl, Francesco Paolo Capone.

Per il resto, al vertice di Palazzo Chigi sulla manovra economica, ci sono circa una ventina di sigle, dalla Confindustria alla Coldiretti, dall’Abi alla Confcommercio. Dall’altra parte la delegazione del governo, guidata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quella del Lavoro, Marina Calderone e il titolare delle Imprese, Adolfo Urso. Dall’altra parte, prima la fitta delegazione dei sindacati e, subito dopo, quelli dei datori di lavoro, a partire dalla Confindustria e dalle associazioni del terziario.

Le reazioni

Manovra più coraggiosa, insistono i sindacati con il segretario della Cisl, Sbarra. Ma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, difende i numeri di una legge di bilancio tutta improntata sulla prudenza, in "linea con le regole europee". Ma spiega anche che "non vogliamo essere governati dallo Spread".

Più cauti i rappresentanti di Confindustria, che chiedono però un intervento sul cuneo fiscale "strutturale" e non la semplice proroga del taglio degli oneri in busta paga. Finisce così, a tarda sera, il vertice convocato a Palazzo Chigi a poco più di 48 ore dal varo della manovra economica.

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Extra deficit nel 2024

Prima di arrivare a Roma, il ministro dell’Economia aveva partecipato, a Marrakech, all’assemblea di Fmi e Banca Mondiale, anticipando i numeri della manovra e spiegando le ragioni che hanno spinto il governo ad un extra-deficit di 15,7 miliardi nel 2024: "Quando leggeranno la legge di bilancio – ha sottolineato Giancarlo Giorgetti – capiranno quanto il governo sia stato serio e responsabile. Abbiamo trovato il giusto equilibrio fra la necessità di sostenere le famiglie e le misure utili a far quadrare i conti pubblici. Io sono un politico e credo che sia un mestiere più difficile rispetto a quello del presidente della Banca Centrale Europea".

Confindustria: "Sostenere l’imprenditoria giovanile”

Da Capri si fa sentire anche il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano: "Non possiamo permetterci una legge di bilancio rinunciataria. E speriamo che, questa, non lo sia. Ci sarebbe tanto da incentivare e sostenere il mondo dell’imprenditoria giovanile. Se evitiamo di chiederlo è perché nel sentiero stretto dei conti pubblici prevale in noi la responsabilità di cittadini – ha aggiunto – che guardano alla comunità nel suo insieme fatta si, di imprese e lavoro, ma anche di case, scuole, ospedali e strade".