Roma, 6 ottobre 2024 – Ancora brutte notizie per l’economia tedesca: Berlino taglia le sue previsioni di crescita per il 2024 e si attende una recessione per il secondo anno consecutivo. Ad anticiparlo è il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, anticipando le nuove stime che il ministro dell'Economia tedesco, Robert Habeck, si appresta a svelare mercoledì. Il governo tedesco prevede che l'economia dell'ormai ex locomotiva d'Europa quest'anno si contragga dello 0,2% - un drastico peggioramento rispetto alla precedente stima che prefigurava invece una crescita dello 0,3% -, riprendendo poi slancio nel 2025 con un +1,1%. La revisione è comunque in linea con le aspettative dei principali istituti di ricerca economica.
Motivo principale è l'incertezza: i tassi d'interesse persistentemente elevati frenano gli investimenti, le imprese sono caute a causa della volatilità della situazione economica e geopolitica e le famiglie risparmiano sempre più piuttosto che investire in immobili residenziali o spendere.
Per la fine dell'anno, tuttavia, secondo 'SZ', la Confederazione si aspetta che l'economia supererà gradualmente la debolezza economica e si svilupperà di nuovo in modo più dinamico. Habeck stima infatti che il Pil reale aumenterà dell'1,1% nel 2025 e dell'1,6% nel 2026.
Nel 2024 l'allentamento dell'inflazione e il primo taglio dei tassi di interesse da parte della Bce hanno alimentato le speranze di ripresa, ma la domanda interna ed esterna è rimasta debole. "Invece di riprendere slancio, l'economia continua a essere caratterizzata da una generale riluttanza dei consumatori a spendere", scrive il Suddeutsche Zeitung, che è uno dei principali quotidiani tedeschi. La Germania si trova inoltre ad affrontare sfide strutturali, come la maggiore concorrenza da parte della Cina, la carenza di lavoratori qualificati e una complessa transizione ecologica.
L'"iniziativa di crescita" proposta dal governo deve promuovere la ripresa, osserva Habeck nelle colonne del giornale. Le misure allo studio includono agevolazioni fiscali, una riduzione permanente dei prezzi dell'energia per l'industria, snellimento della burocrazia e incentivi per mantenere gli anziani nel mercato del lavoro e attrarre lavoratori stranieri qualificati.