Giovedì 19 Dicembre 2024
FRANCA FERRI
Economia

La Fed non tocca i tassi (per ora). Powell: "Sempre pronti ad agire"

La Federal Reserve non prevede una recessione, ma non esclude un futuro rialzo: "Avanti con cautela"

La Fed non tocca i tassi (per ora). Powell: "Sempre pronti ad agire"

"Non stiamo pensando o parlando di taglio dei tassi. La domanda che ci poniamo è se dovremmo alzare di più": a dirlo è stato ieri il presidente della Fed, Jerome Powell, sottolineando che le tensioni geopolitiche restano elevate e la Fed "monitora le implicazioni economiche. È pieno di rischi". Il commento di Powell segue la decisione di ieri del Federal Open Market Committee (Fomc, l’organismo della Federal Reserve responsabile della politica monetaria degli Stati Uniti), che ha deciso di mantenere i tassi d’interesse al 5,25%-5,50%, una decisione in linea con le attese degli analisti.

Il livello dei tassi Usa è il più alto dal lontano 2001. Dal marzo 2022, è la terza volta che la Banca centrale statunitense decide di mantenere invariati i tassi d’interesse, la seconda consecutiva; nelle altre undici riunioni, è sempre stato deciso un rialzo per contrastare l’inflazione. I tassi d’interesse erano stati abbassati allo 0-0,25% nel marzo del 2020, per combattere gli effetti negativi della pandemia di coronavirus sull’economia statunitense, e poi progressivamente alzati dallo scorso anno.

La pausa nella corsa al rialzo degli ultimi 18 mesi non deve però creare illusioni, ha chiarito Powell, anche se ha affermato che lo staff della banca centrale "non prevede una recessione", anche grazie al fatto che "l’economia americana si è mostra resiliente in modo sorprendente, è cresciuta ben oltre le attese". Ma i rischi, compresi quelli derivanti dalle tensioni geopolitiche, sono molti e per il futuro nessuna decisione è esclusa a priori, compresa quella di un possibile rialzo: "non è giusta l’idea che sarebbe difficile alzare di nuovo i tassi dopo una pausa. Il Fomc sta procedendo con cautela e prenderà decisioni sulla base dei dati e delle prospettive economiche".

A oggi, l’inflazione Usa è al 3,7% e la strada per riportarla al 2% "è ancora lunga. I dati economici potrebbero mettere a rischio i progressi sull’inflazione", ha affermato Powell. "Al momento non siamo sicuri che la nostra politica sia sufficientemente restrittiva per un’inflazione al 2%". Tra le possibili spinte a un rialzo dell’inflazione c’è il prezzo del petrolio: la Banca Mondiale ha previsto, nello scenario peggiore, che la guerra in Medio Oriente potrebbe far schizzare i prezzi del greggio fino a 150 dollari al barile.

La prossima decisione della Fed sui tassi è in calendario a dicembre. Gli analisti prevedono che in quella occasione rimarranno invariati, ma ritengono possibile un nuovo rialzo nella riunione del 30-31 gennaio.