Giovedì 1 Agosto 2024
GIACOMO MASCELLANI
Economia

La direttiva europea. Formentera, addio chiringuitos. Concessioni all’asta: si cambia

Nell’isola delle Baleari applicata la Bolkestein. Il Comune mette a bando la gestione delle spiagge. Scalzati quasi tutti i vecchi titolari e abbattuti gli storici chioschi. In Italia manifestano i balneari.

La direttiva europea. Formentera, addio chiringuitos. Concessioni all’asta: si cambia

La direttiva europea. Formentera, addio chiringuitos. Concessioni all’asta: si cambia

Sono sempre più agitate le acque delle coste italiane. Ad agitarle maggiormente è la decisione assunta a Formentera, in Spagna. Per effetto della direttiva Bolkestein, infatti, nell’isola dell’arcipelago delle Baleari, infatti, andranno a gara le concessioni degli stabilimenti balneari, dei chioschi, degli storici chiringuitos e di altre attività presenti sulle spiagge. Cade insomma il mito spagnolo, quello delle concessioni rinnovate per 100 anni agli attuali titolari delle attività economiche presenti sulle coste.

Nell’isola spagnola, differentemente che in Italia, c’è già stato un bando e sono già cambiate le proprietà delle maggiori concessioni delle attività turistica. Con porte aperte agli imprenditori più facoltosi, le società disposte ad investire grandi capitali, e molto probabilmente anche le grandi multinazionali, a scapito dei piccoli locali storici della movida in riva al mare nelle stesse mani da decenni. A deciderlo è stato il Comune, che ha messo a gara le concessioni, approvando il progetto con una maggioranza quasi assoluta, dopo il disco verde del locale Consiglio Comunale con 15 voti favorevoli su 16.

Il nuovo regolamento di Formentera ha norme più stringenti sui materiali di costruzione, i volumi occupabili e l’ambiente. Per questo motivo i vecchi chiringuitos saranno demoliti e ne verranno costruiti di nuovi, più contenuti e più rispettosi del paesaggio. Nella gara, quasi tutti i vecchi concessionari sono stati battuti da nuovi imprenditori, ed è questa la notizia che più agita la categoria dei balneari in Italia, dove si contano oltre 10mila stabilimenti balneari, all’interno dei quali trovano occupazione 44mila persone, come non mancano di ricordare da tempo Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria e La Base Balneare con Donnedamare.

In più la direttiva Bolkestein dell’Unione europea che prevede di mettere a bando le concessioni sul demanio marittimo, non riguarda soltanto i bagni al mare. Ci sono infatti anche i porti turistici, i ristoranti, i bar e i locali sul mare, i chioschi, colonie, hotel, campeggi, i cantieri navali e tante altre aziende, per un totale di 30mila. A Roma la questione è già sbarcata da tempo e con rumore. Soltanto due settimane fa, infatti, c’è stata una manifestazione dei balneari aderenti a Sib Confcommercio, il maggior sindacato italiano della categoria, e Fiba Confesercenti. Secondo gli organizzatori vi hanno aderito in 5mila e tra i manifestanti in piazza c’erano anche diversi sindaci e amministratori dei comuni costieri, con tanto di fascia tricolore.

I bagnini avevano invitato anche la premier Giorgia Meloni, ma nessuno si è presentato. Del resto dal Governo che aveva apertamente dichiarato di difendere i concessionari esistenti e il modello italiano di turismo balneare, non giungono più segnali da mesi e questo lascia nello sconforto una categoria intera, come testimonia Simone Battistoni, vicepresidente nazionale di Sib Confcommercio: "Lottiamo per il nostro lavoro, il futuro delle nostre famiglie e la tutela del turismo balneare del nostro paese che deve restare a gestione familiare e non monopolizzato dal grande capitale e dalle multinazionali. Io ho fiducia nel Governo per la posizione assunta nei confronti, ma adesso dalle parole si deve passare ai fatti. L’Europa ha detto che il lavoro sulla mappatura non basta, vogliono una proposta più approfondita, che deve avere una interlocuzione di primo livello, quindi è la presidente del consiglio la figura con tutte le carte in regola per trovare un accordo".

In attesa di novità, intanto, le cooperative dei balneari si organizzano come possono per difendere i soci, specie dopo l’esperienza di Jesolo, dove il presidente della cooperativa ha partecipato e vinto la gara assieme ad una grossa società, acquisendo tre concessioni di balneari vicini. A Cesenatico, in Romagna, una specifica norma votata nella coperativa, voterà il ’cannibalismo’ tra soci: tutti si impegnano a non partecipare alle gare per la concessione del proprio vicino.