Giovedì 9 Gennaio 2025
ANTONIO TROISE
Economia

Bezos punta sul futuro della stampa: “Libera, indipendente e affidabile”

Appello del fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post sull’importanza dell’editoria

Jeff Bezos, 60 anni, fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post

Jeff Bezos, 60 anni, fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post

L’appello è esplicito: la stampa libera, indipendente e affidabile va preservata a tutti i costi. Un presidio fondamentale della democrazia. Se perfino oltreoceano, e nonostante l’uragano Trump, uno dei più importanti imprenditori del mondo, Jeff Bezos, fondatore di Amazon e proprietario del Washington Post, ribadisce l’importanza dell’editoria giornalistica e avvia una riflessione sul futuro della stampa in questi termini, allora i tempi sono maturi per un cambio di marcia. Anche in Europa e, in particolare, in Italia.

Lo scenario è quello autorevolissimo del DealBook Summit del New York Times, tradizionale appuntamento che mette a confronto i big dell’editoria e dell’informazione mondiale. E’ qui che spunta l’endorsement di Bezos nei confronti del nuovo presidente americano, con la speranza che l’atteggiamento del prossimo inquilino della Casa Bianca nei confronti della stampa sia cambiato. "Non penso che sia il suo nemico", è l’esordio di Bezos. Che difende la sua recente decisione di bloccare l’endorsement del Post per la vicepresidente Kamala Harris, una mossa che ha suscitato forti critiche.

"Sono orgoglioso della decisione che abbiamo preso, ed è stata tutt’altro che codarda", ha detto Bezos. La scelta, avvenuta a due settimane dal giorno delle elezioni, ha provocato le dimissioni di un terzo del consiglio editoriale del giornale e la cancellazione di 250.000 abbonamenti. Bezos ha spiegato che la decisione era motivata dalla necessità di preservare una voce "credibile, fidata e indipendente". Tre parole chiave per un presidio fondamentale della democrazia.

Anche in Italia dove, il mondo dell’editoria, è attraversato da profonde trasformazioni che hanno bisogno di essere accompagnate anche da un sostegno pubblico. Da questo punto di vista gli emendamenti alla Legge di Bilancio, che dovrebbero prevedere uno stanziamento di circa 140 milioni a favore del settore, vanno in questa direzione. Proposte "bipartisan", dal momento che una è stata presentata dal Forza Italia e l’altra dal Pd.

Uno stanziamento che, naturalmente, è lontano anni luce dai fondi che, sempre per il 2025, il governo ha già deciso di stanziare per il cinema e gli spettacoli dal vivo (enti lirici, musica, teatro, danza e circhi), circa un miliardo e 60 milioni. I 140 milioni previsti dovrebbero essere distribuiti fra le imprese della filiera (editori, rete di vendita e distribuzione della stampa, radio e televisioni) e rappresentare un segnale importante a garanzia di un’informazione plurale e di qualità.

Caratteristiche ancora più importanti in un eco-sistema dell’informazione dove la lotta contro le fake news diventa uno strumento fondamentale anche per la difesa della democrazia. Per garantire tale ruolo le imprese che operano nell’informazione cartacea e nella Rete devono avere risorse adeguate: il sostegno pubblico è volto a sostenere l’attività editoriale di quotidiani e periodici in osservanza del principio del pluralismo dell’informazione, con particolare riguardo alle voci informative radicate nelle realtà locali e con una visione rivolta all’evoluzione del mercato editoriale verso il digitale.

I fondi per il 2025, in particolare, dovrebbero essere destinati a garantire un’offerta di informazione di qualità, cartacea e online, con un contributo rapportato alle copie vendute e agli utenti dei siti di informazione professionale. Inoltre dovrebbero essere incentivati gli investimenti orientati all’innovazione tecnologica e alla transizione digitale nel settore dell’editoria (quotidiani, periodici, agenzie di stampa e imprese radiofoniche e televisive), senza dimenticare il sostegno alla rete di vendita e di distribuzione della stampa, in particolare nei piccoli Comuni e nelle aree sprovviste di edicole.