Venerdì 14 Marzo 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Confindustria, 4,6 milioni di italiani in povertà. Ma cresce l'occupazione

La stima nel Volume scenari economici. Ma previsioni a ribasso sul tasso di disoccupazione. E l'Istat: redditi inferiori nel Mezzogiorno

Sono 4,6 milioni gli italiani in povertà assoluta secondo Confindustria (Newpress)

Roma, 14 dicembre 2016 - Sono 4,6 milioni i poveri assoluti in Italia. Il +157% rispetto al 2007. E' quanto emerge dalla ricerca di Confindustria nel Volume Scenari economici. C'è un "arretramento del benessere e uno sfilacciamento sociale e politico che non ha precedenti nel dopoguerra", si sottolinea. Il dato è confermato dall'Istat, nel rapporto sul Benessere equo e sostenibile, che sottolinea come il 7,6% della popolazione, quindi appunto 4 milioni e 598 mila persone, vive in condizioni di poverta' assoluta. Un dato che si è aggravato a causa delle "condizioni delle famiglie più ampie, in particolare le coppie con due figli e le famiglei straniere". 

Inoltre, l'Istat spiega che benché ci sia stata una crescita del reddito disponibile, questa non ha modificato la disuguaglianza tra il reddito percepito dal 20% della popolazione con i redditi più alti e il 20% con i redditi più bassi, pari nel 2015 a 5,8 in Italia, contro una media europea di 5,2. In Italia il disagio economico, spiega Istat, è legato alla difficoltà per famiglie e individui a entrare e restare nel mercato del lavoro. Non solo: gli italiani faticano anche a risparmiare, rivela lo studio: infatti, tra il 2014 e il 2015 hanno speso di più, ma risparmiato meno, con  un recupero della spesa pro-capite per consumi del +1,6% e una propensione al risparmio rimasta inferiore a quella del periodo pre-crisi. Infine, Istat rileva che nel Mezzogiorno il reddito medio disponibile (pro-capite) delle famiglie consumatrici è il 63% di quello delle famiglie del Nord.  Il rapporto Bes ha riscontrato non solo una differenza del 37% fra i redditi di Nord e Sud Italia, ma anche "forti differenze" per quanto riguarda i livelli di benessere economico nelle diverse zone del Paese. Nel Mezzogiorno, "il rischio di povertà coinvolge il 34% dei residenti, una quota tripla rispetto al Nord". La disuguaglianza si attenua però se si considera le differenze dei prezzi sul territorio: in questo caso, si attesta intorno al 10% nel Mezzogiorno e al 6,7% nel Nord.

Una nota positiva però c'è e viene dai rilevamenti di Confindustria: si attende un incremento degli occupati di 905.000 tra l'ultimo trimestre 2013 (anno in cui si era raggiunto il livello più basso di occupazione) e la fine del 2018. Un dato che resta comunque ancora inferirore di 1,1 milioni di unità rispetto al massimo, registrato a inizio 2008. 

Confindustria rivede poi al ribasso le stime sul tasso di disoccupazione. Nel 2016 infatti questo si attesterà attorno all'11,4% (rispetto all'11,5% precedentemente previsto), mentre nel 2017 le attese sono per un tasso in discesa all'11% (11,2% invece da precedenti previsioni). Nel 2018 infine il tasso di disoccupazione atteso è del 10,5% e l'occupazione totale dovrebbe crescere dell'1,1% quest'anno e del +0,6% l'anno prossimo. Per quanto riguarda il Pil, nel 2016 il Csc prevede un aumento dello 0,9% (0,7% le precedenti stime) e nel 2017 del +0,8% (+0,5% la precedente stima). Un +1% si prevede invece per il 2018. La revisione delle previsioni è legata all'andamento migliore dell'economia nel 2016 e tiene conto della legge di Bilancio, che prevede più flessibilità nel rapporto deficit Pil e stimoli fiscali sugli investimenti.