Sabato 27 Luglio 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Italiani al lavoro per ‘soli’ 32,9 anni. Ma per le donne l’impiego dura meno

Gli uomini sono nel mercato per 37,2 anni, mentre al femminile il dato si ferma a 28,3: il più basso in tutta l’Ue

Roma, 28 luglio 2024 – In Italia si lavora per più anni in media rispetto al passato, ma restiamo pur sempre agli ultimi posti nell’Unione europea in termini di durata della vita lavorativa (intesa sia come attività sia come ricerca dell’occupazione). E questo divario rinvia nettamente e direttamente a un fenomeno che nel nostro Paese continua a assumere dimensioni e caratteristiche allarmanti: la limitata partecipazione delle donne al mercato del lavoro e, dunque, il gender gap accentuato che si traduce in mille differenze tutte a discapito delle lavoratrici. Sono circa nove gli anni di differenza di durata della vita lavorativa tra uomini e donne. Secondo gli ultimi dati di Eurostat, dunque, la durata media della vita lavorativa in Italia è salita nel 2023 a 32,9 anni: il dato ci colloca in fondo alla classifica Ue dove la media è di 36,9 anni, lasciando indietro solo la Romania. Le tabelle sono basate sulla stima del numero di anni in cui una persona, attualmente di 15 anni, dovrebbe essere considerata nelle forze lavoro (essere occupata o disoccupata) nel corso della sua vita. Nel complesso in Ue la media della vita lavorativa è di 36,9 anni con un picco in Olanda (43,7 anni) seguita dalla Svezia (43,1). Peggio dell’Italia solo la Romania (32,2).

Marina Calderone, 58 anni, ministra del Lavoro e delle Politiche sociali
Marina Calderone, 58 anni, ministra del Lavoro e delle Politiche sociali

Il dato italiano è correlato alla scarsa durata della vita lavorativa attesa per le donne con appena 28,3 anni nel 2023 a fronte dei 34,7 medi in Ue. Per gli uomini la durata prevista della vita lavorativa in Italia è di 37,2 anni con un divario molto meno ampio di quello delle donne rispetto alla media Ue (39 anni nel 2023). Complessivamente nella media Ue il gender gap nel 2023 era di 4,3 anni. Nell’Ue le durate più lunghe sono registrate nei Paesi Bassi (45,7 anni), Svezia (44,1 anni), Danimarca e Irlanda (entrambi 42,8 anni) e le più brevi in Croazia (35,4). Per le donne, la durata media della vita lavorativa nell’Ue è di 34,7 anni, con la durata più lunga registrata in Svezia (41,9 anni), seguita da Paesi Bassi ed Estonia (entrambi 41,5 anni), mentre la più breve è stata registrata in Italia (28,3 anni), Romania (28,5 anni) e Grecia (30,6 anni).

In realtà le donne italiane hanno una vita lavorativa attesa che è cresciuta in modo consistente (7,2 anni dal 2000 al 2023) e più velocemente della media Ue (6 anni nello stesso periodo). Solo rispetto al 2022 la crescita è stata di 0,7 anni. In pratica nella maggior parte dei paesi dell’Ue la durata della vita lavorativa delle donne è aumentata più di quella degli uomini, eccetto in Danimarca e Romania. A Malta, Slovacchia, Lussemburgo, Estonia e Cipro, l’aumento è stato significativamente più alto per le donne che per gli uomini.

Alla base del gender gap italiano restano i nodi strutturali e contrattuali: part-time obbligatorio, uscita precoce o a metà percorso per la nascita dei figli, sotto-inquadramento contrattuale e retributivo per citare i principali fenomeni negativi.