Dov’eravamo rimasti? Al 1987, quando un discutibile referendum decretò la fine del nucleare civile in Italia. Decisione poi confermata nel 2011. E pensare che di quella tecnologia eravamo tra i Paesi all’avanguardia nel mondo e che da allora abbiamo importato a piene mani energia atomica dalla vicina Francia, come se le conseguenze di un eventuale incidente non arrivassero a Torino prima che a Parigi. Ora però il governo ha innestato la retromarcia. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, infatti, ha inviato a Palazzo Chigi una proposta di disegno di legge delega "in materia di nucleare sostenibile" che, se approvato dal Parlamento, getterà le basi per ridefinire il quadro normativo esistente, consentendo il ritorno delle centrali atomiche.
Centrali che però non hanno nulla a che vedere con quelle su cui si erano espressi gli italiani dopo i disastri di Chernobyl e Fukushima. Grazie all’evoluzione tecnologica nel campo della ricerca, infatti, il nucleare sostenibile di quarta generazione oggi rappresenta una delle fonti energetiche più efficienti, sicure e pulite. I tempi però sono lunghi: trattandosi di legge delega, dopo l’approvazione in Parlamento il governo dovrà emanare i decreti legislativi e serviranno altri due anni. Ma la strada è tracciata e il Paese, commenta il vicepremier Antonio Tajani, "fa un salto in avanti verso l’indipendenza energetica, la sicurezza e la sostenibilità".
Proprio l’indipendenza energetica preoccupa il ministro Gilberto Pichetto Fratin, che ieri durante un‘audizione urgente alla Camera ha fatto il punto sulle misure del governo contro il caro energia, annunciando che che "tra le azioni che stiamo studiando per l‘abbassamento del prezzo c‘è anche l‘anticipazione delle aste relative al gas stoccato". Il ministero chiederà già ora alle imprese energetiche, e non ad aprile, di fare le loro offerte di capacità di stoccaggio, per cominciare a riempire le riserve due o tre mesi prima. Con gli stoccaggi pieni di gas già a inizio estate, quando i prezzi saliranno ci sarà meno bisogno di metano e la spesa energetica del Paese sarà più leggera. A fine 2025, poi, i prezzi del gas dovrebbero scendere. La ragione, ha spiegato il ministro, sarà "il previsto aumento della capacità di liquefazione mondiale". Per contrastare il caro energia, ha aggiunto Pichetto Fratin, il governo vuole spingere sulle rinnovabili (nel 2024 ne sono state installate per 7,5 Gigawatt, contro i 5,8 del 2023) e favorire i contratti di acquisto di elettricità a lungo termine, i Power Purchase Agreement.
Ieri alla borsa di Amsterdam Ttf, il gas ha superato la soglia dei 50 dollari al megawattora e si annunciano tempi duri per le famiglie italiane. "Una su tre fatica a pagare le bollette energetiche" rivela una ricerca di Accenture, mentre Confcommercio chiede l’avvio di tavoli operativi con le istituzioni "per la definizione di soluzioni e strategie immediate per arginare il problema dei costi dell’energia e contrastare le speculazioni".