Sabato 6 Luglio 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Il ministro Urso: "Italia in prima linea su spazio e nucleare. La Luna? Entro il 2030"

Il titolare di Imprese e Made in Italy: accordo con Francia e Germania. "Così risponderemo alla competizione americana e cinese". E sull’energia puntiamo ai reattori di quarta generazione

Roma, 8 novembre 2023 – La sfida europea e, soprattutto, italo-franco-tedesca, per lo spazio. Il ritorno dell’Italia nell’energia nucleare. E il controllo e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Sono le frontiere prioritarie della politica industriale e tecnologica del nostro Paese da qui alla fine del decennio – spiega Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy - ma le basi vanno messe ora. A cominciare dall’accordo sullo spazio appena firmato a Siviglia con cui "Italia, Francia e Germania segnano la strada per rispondere alla competizione Usa e alla sfida sistemica cinese".

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

Il senso di questa intesa a tre?

"L’accordo di Siviglia sullo spazio è un’importante svolta in Europa, tanto più significativa alla luce dei nuovi eventi geopolitici e che può aprire la strada a una più ampia convergenza sulla politica industriale di difesa. L’intesa di oggi rappresenta un salto di qualità, che si riverbererà sugli altri settori decisivi per il futuro del continente, per la sua leadership tecnologica e industriale. Un riconoscimento del ruolo centrale dell’Italia in un’Europa che deve sempre più guardare al Mediterraneo e all’Africa. La presidente del G7 sarà un importante banco di prova per tutti. pure per l’Europa".

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Quali effetti avrà l’accordo in termini operativi?

"I nostri Paesi hanno raggiunto un’intesa decisiva per sbloccare immediatamente i lanci di Ariane 6 e Vega-C. Il nostro lanciatore (Vega C) si apre finalmente alla commercializzazione autonoma che potrà essere svolta direttamente anche da parte di Avio, in condivisione con quanto già oggi fa la francese Arianespace: un punto di svolta. Nell’intesa trilaterale abbiamo poi definito la programmazione dei lanci fino al 2030, anno in cui l’Europa ambisce a raggiungere il primo sbarco di un astronauta europeo sulla Luna. Ma c’è anche un versante nazionale da considerare".

Quale?

"Questo accordo troverà riscontro anche nel nostro nuovo ordinamento legislativo, così come delineato nel collegato alla manovra per incentivare e sostenere l’industria nazionale sullo spazio, protagonista dei programmi europei con le sue eccellenze e competenze. La prossima legge sullo spazio dovrà regolamentare una serie di punti importanti, come la responsabilità da danni causati da detriti spaziali, piuttosto che da caduta di elementi, di razzi di vettori spaziali o da incidenti, che dovessero accadere in orbita nel momento in cui un macchinario spaziale rientra sulla terra".

L’altro fronte su cui vi muovete è quello nucleare. A che punto siamo?

"Nei prossimi giorni sarò in Slovacchia all’inaugurazione del nuovo reattore della centrale di Mochovce, realizzato da Enel, che è anche gestore al 33% della società che distribuirà nel Paese l’energia prodotta. Mi pare rilevante il ruolo dell’Enel anche nello sviluppo del nucleare, una azienda italiana leader nelle rinnovabili e finalmente anche nella tecnologia green. Abbiamo imprese di prim’ordine, pensiamo anche ad Ansaldo Nucleare e al progetto della centrale di Cernavoda in Romania, il cui primo lotto fu realizzato proprio grazie al mio impegno quando ero titolare del Commercio Estero a inizi Duemila".

Per le possibili centrali in Italia a quale nucleare pensate?

"Dobbiamo riaprire la strada del nucleare anche in Italia, con i reattori di quarta generazione, industriali e modulari, che potranno essere attivati alla fine del decennio. E poi, ovviamente la fusione, su cui anche l’Eni è impegnata con un progetto all’avanguardia. Noi siamo da sempre il Paese della scienza e della tecnologia, dobbiamo anche tornare ad essere il Paese del fare. E dobbiamo soprattutto lavorare insieme ai nostri partner occidentali per garantire l’autonomia strategica dell’Europa sulle fonti energetiche e sulle materie primi critiche. Il mondo si è diviso e la guerra incombe ai confini del nostro Continente. Dobbiamo essere pronti, l’autonomia è il pilastro della indipendenza".

Arriviamo all’intelligenza artificiale. Come si può e si deve muovere l’Europa?

"Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione industriale, che è anche forse la sfida più importante che abbiamo davanti. Vi sono grandissime opportunità, ma anche grandi rischi che i cittadini avvertono: dobbiamo affrontare il possibile dominio della tecnica sull’uomo. È necessaria una chiara visione antropocentrica. Allo stesso tempo dobbiamo stimolare l’innovazione, concentrare gli investimenti, incentivare i trasferimenti tecnologici al sistema industriale".

Come si muoverà l’Italia per le ricadute industriali dell’AI?

"Il prossimo anno guideremo il G7: uno degli appuntamenti più significativi sarà quello sull’intelligenza artificiale anche in merito alle sue ricadute industriali, pensiamo all’automotive e certamente allo spazio, ma anche all’economia circolare, al digitale. In quell’occasione tenteremo anche di dare delle coordinate congrue per gli apparati legislativi che i singoli paesi del G7 stanno realizzando, in modo che siano coordinati tra loro".

Anche per questo ci saranno interventi in manovra?

"Uno dei collegati alla manovra di competenza del mio dicastero sarà proprio su intelligenza artificiale, meccanica quantistica, blockchain e nuove tecnologie di frontiera. Verrà realizzato nei prossimi mesi e sarà in sintonia con l’AI Act in discussione in questi giorni a Bruxelles. Insieme a quello sulla Space economy proietterà la politica industriale nell’immediato futuro".

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