Giovedì 14 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Italia maglia nera sui salari: i peggiori dei Paesi Ocse. Cifre impietose

Il governatore Panetta all’assemblea Abi: “Avanti con fiducia, ma senza lasciarsi andare a troppo ottimismo. Il ministro dell’Economia: "Serve un serio controllo della spesa, non una manovra lacrime e sangue"

Roma, 10 luglio 2024 – Nessuna manovra "lacrime e sangue", avvisa il ministro Giancarlo Giorgetti. L’economia, puntualizza a sua volta il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, può vantare una serie di punti di forza, ma questo "non deve comunque lasciare spazio al troppo ottimismo".

I salari nei Pasi Ocse
I salari nei Pasi Ocse

Eppure, sulla questione salariale, si può e si deve fare di più, senza temere l’innesco di spirali prezzi-salari. "Un’attenta analisi dei dati attenua i timori – mette a fuoco Panetta –. Dopo le perdite degli anni scorsi, l’attuale aumento delle retribuzioni rappresenta un inevitabile recupero del potere d’acquisto". Le sue parole arrivano nello stesso giorno in cui l’Ocse segnala come, sul fronte delle retribuzioni, a inizio 2024, con un -6,9% rispetto al quarto trimestre 2019, l’Italia sia il peggior Paese nell’area Euro (-2% la Germania, +0,1% la Francia), terzultimo fra i 38 Paesi dell’Ocse, superato in peggio solo da Repubblica Ceca e Svezia.

L’occasione per avvisi ai naviganti, messe a punto e indicazioni di rotta è l’assemblea annuale dell’Abi guidata da Antonio Patuelli. È, dunque, di fronte al gotha delle banche e della finanza che il ministro dell’Economia, proprio a poche ore dalla conferma della sempre più probabile procedura d’infrazione per il deficit eccessivo dell’Italia, garantisce: "Non serve una manovra lacrime e sangue ma una seria politica di controllo della spesa pubblica e il miglioramento dell’efficienza del prelievo fiscale" perché l’Italia esca dalla sua condizione di "Paese sempre sotto esame". Si tratta di un "obiettivo raggiungibile e da conseguire con determinazione". Insomma, per Giorgetti la crescita del Pil dell’1% per il 2024 stabilito dal Def "è ampiamente alla nostra portata".

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Il governatore rimanda al Bollettino economico di venerdì prossimo per avere dettagli più precisi. Di fatto conferma le previsioni del ministro. Ma se dai numeri si passa alle valutazioni che ne derivano, il responsabile di Via Nazionale spiega che si può contare sull’irrobustimento delle imprese, sulla solida posizione finanziaria delle famiglie e sulla forza delle banche. Tutti fattori che consentono "di guardare avanti con fiducia, ma non devono indurre a un eccessivo ottimismo". Anche i tassi di interesse, secondo Panetta, dovrebbero continuare a calare con gradualità, "se gli andamenti macroeconomici rimarranno in linea con le attese".

Il punto è che, a fronte di un’inflazione sotto controllo, "si discute della crescita dei salari, tuttora robusta". Ma un’attenta analisi dei dati attenua i timori: "Dopo le perdite degli anni scorsi, l’attuale aumento delle retribuzioni rappresenta un inevitabile recupero del potere d’acquisto. I minori costi degli input produttivi intermedi e i cospicui profitti sin qui accumulati consentono alle imprese di assorbire la crescita salariale senza trasferirla sui prezzi finali".

Non ci sono e non ci possono essere riserve, dunque, per realizzare accordi e contratti collettivi di lavoro che prevedano incrementi retributivi che possano colmare la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione. D’altra parte, l’Ocse conferma l’avviso del governatore. Tanto più per i Paesi nei quali i salari reali continuano ad andare all’indietro nonostante una stagione di utili societari più che buoni: "In molti Paesi c’è ancora spazio perché i profitti assorbano ulteriori aumenti dei salari". Né può bastare, come accusano Pd e M5s, l’ottimismo di Giorgetti che difende il taglio del cuneo grazie al quale "siamo riusciti a compensare l’incremento del costo della vita senza alimentare una spirale salari-prezzi".