Roma, 30 novembre 2018 - Il tasso di disoccupazione a ottobre sale ancora toccando il 10,6% con una crescita di 0,2 punti su settembre, a seguito di un arrotondamento, e un calo di 0,5 punti su ottobre 2017. Secondo i dati forniti dall'Istat, il mese di settembre è stato rivisto al rialzo al 10,3%. Se si guarda al trimestre agosto-ottobre il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,2 punti sul trimestre precedente.
Restano sostanzialmente stabili gli occupati rispetto a settembre (+9.000 unità) mentre sono cresciuti di 159.000 unità su ottobre 2017 e il tasso di occupazione è rimasto stabile al 58,7%. L'occupazione - sempre secondo l'Istat - appare in calo nel trimestre agosto-ottobre rispetto a quello precedente (-40.000 unità). La stabilità degli occupati su settembre deriva da un aumento dei dipendenti permanenti (+37.000) e da un calo per i lavoratori a termine (-13.000) e degli indipendenti (-16.000). Calano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,6%, pari a -77 mila unità).
Il tasso di occupazione rimane invariato sul mese sia per gli uomini (al 67,9%) sia per le donne (al 49,5%) mentre il tasso di disoccupazione cresce di più per le donne (+0,3 punti su settembre arrivando all'11,8%) che per gli uomini (+0,1 punti, arriva al 9,6%). Se si guarda alle fasce di età si conferma la crescita degli occupati tra gli over 50 (+43.000 su settembre, +330.000 su ottobre 2017), grazie soprattutto all'andamento demografico e alla stretta sulle regole per l'accesso alla pensione. Un lieve aumento degli occupati sul mese si ha per i giovani tra i 15 e i 24 anni (+6.000 occupati) mentre nelle altre fasce di età gli occupati sono in calo. La fascia che perde più occupati è quella tra i 35 e i 49 anni (-26.000 sul mese, -168.000 sull'anno). Il tasso di occupazione in questa fascia centrale perde 0,1 punti sul mese e avanza di 0,3 punti sull'anno fissandosi al 73,5%. La crescita complessiva degli occupati rispetto a ottobre 2017 (+159.000 unità) è il risultato di un aumento di 157.000 dipendenti e di 2.000 indipendenti. Tra i dipendenti sono diminuiti quelli a tempo indeterminato (-140.000) mentre sono aumentati quelli a termine (+296.000).
INFLAZIONE COL SEGNO MENO A NOVEMBRE - Venendo all'inflazione, l'indice nazionale dei prezzi al consumo a novembre (Nic), sulla base dei dati provvisori, ha registrato una diminuzione dello 0,1% su ottobre e un aumento dell'1,7% su base annua (da +1,6% rilevato nel mese precedente).
I prezzi dei prodotti di largo consumo (il cosiddetto carrello della spesa) a novembre aumentano dello 0,7% su ottobre e del 1,1% su novembre 2017. I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,3% su ottobre e del 2% su novembre 2017. A spiegare la dinamica di novembre, secondo l'Istat sono lievi accelerazioni registrate dai prezzi di diverse tipologie di prodotto (tra cui Beni alimentari lavorati da +1,0% di ottobre a +1,3%, Beni alimentari non lavorati da +0,8% a +1,1%, Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona da +1,0% a +1,2%, Servizi relativi ai trasporti da +1,8% a +2,0%) che prevalgono sul rallentamento dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +9,5% a +7,8%), la cui crescita rimane però molto ampia e insieme a quella dei regolamentati (stabili a +10,7%) contribuisce per quasi la metà dell'ampiezza al tasso di inflazione.