Roma, 3 gennaio 2025 – Nel terzo trimestre 2024 la pressione fiscale è stata pari al 40,5%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Allo stesso tempo il reddito delle famiglie è cresciuto dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti, mentre i consumi sono cresciuti dell'1,6%. Lo rivela l'Istat nella sua ultima rilevazione, da cui emerge anche che "l'incidenza del deficit delle amministrazioni pubbliche sul Pil migliora sensibilmente rispetto al corrispondete trimestre del 2023 attestandosi al -2,3%. Ecco dunque il quadro dell'ente statistico.
Amministrazioni pubbliche
Come detto, nel terzo trimestre 2024, "l'incidenza del deficit delle amministrazioni pubbliche sul Pil migliora sensibilmente rispetto al corrispondete trimestre del 2023" attestandosi al -2,3%. Nello stesso trimestre del 2023 che era stato pari a -6,3%. Il saldo primario (cioè, l'indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un'incidenza sul Pil dell'1,7%, contro il -2,8% dell'anno scorso. Positivo anche il saldo corrente delle Ap, con un'incidenza sul Pil dell'1,9%, rispetto all'1,6% del terzo trimestre 2023.
Potere d'acquisto e risparmio delle famiglie
Sempre nello stesso periodo la propensione al risparmio è stata pari al 9,2%, in calo di 0,8 punti, mentre, a fronte di un aumento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d'acquisto è cresciuto dello 0,4%. L'Istat evidenzia che "pur segnando uno sviluppo più contenuto rispetto ai periodi precedenti" il potere d'acquisto "risulta in crescita per il settimo trimestre consecutivo". La propensione al risparmio "diminuisce congiunturalmente, ma in termini tendenziali prosegue il suo sentiero di crescita".
Società non finanziarie
Infine, nel terzo trimestre dell’anno appena terminato, le società non finanziarie ''mostrano una diminuzione congiunturale sia della quota di profitto sia del tasso di investimento, confermando la tendenza alla loro riduzione osservata a partire già dai primi mesi del 2023''. La quota di profitto cala di 0,3 punti rispetto al trimestre precedente, arrivando al 42,4%, e il tasso di investimento, pari al 21,7%, flette di 0,4 punti percentuali.