Roma, 13 gennaio 2024 – Quella dell’Isee senza Bot e altri titoli di risparmio è la storia di un pasticcio annunciato che, oltre a rendere complicata (ove mai ve ne fosse bisogno) la vita di cittadini e famiglie, si rivelerà, con tutta probabilità, fonte di innumerevoli contenziosi. A certificare che siamo di fronte a un’operazione come minimo controversa sono, del resto, gli stessi vertici dell’Inps, che in un comunicato fanno sapere che l’esclusione dal calcolo dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio "non è immediata essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento sulla disciplina dell’Isee. Resta pertanto immutata la disciplina Isee relativa al patrimonio mobiliare. Rimane quindi l’obbligo di indicare nella Dichiarazione sostitutiva unica presentata da gennaio 2024 tutti i rapporti finanziari in possesso delle famiglie al 31 dicembre 2022".
Si comprende con immediatezza che una norma di legge, appena approvata, rimarrà lettera morta non si sa fino a quando: anzi, è agevole immaginare che con le lungaggini burocratiche alle quali siamo abituati dovremo attendere svariati mesi perché le famiglie e i singoli possano depennare dall’Isee quanto previsto dalla manovra. Con le conseguenze che è altrettanto facile presumere: l’esclusione dalla possibilità di ottenere servizi e prestazioni collegati all’Isee, perché il possesso di titoli e altri prodotti potrà far salire la soglia dell’Indice oltre i limiti fissati per i vari sussidi.
La legge di bilancio per il 2024, invece, ha previsto esplicitamente l'esclusione dal calcolo dell’Isee, fino a un valore complessivo di 50.000 euro, "dei titoli di Stato di debito pubblico e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato".
Dall’Inps, però, scaricano la responsabilità dello stop al cambiamento direttamente sul Ministero del Lavoro. "In risposta alla richiesta di parere espressamente formulata dall’Inps – si fa sapere – l’entrata in vigore della disposizione che consente di escludere dall’Isee i titoli di Stato (BOT, BTP, CTS, ecc.) e i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato (i prodotti di raccolta del risparmio postale), non è immediata essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento recante la disciplina dell’Isee". Come dire: la legge di Bilancio non conta niente, ma vale solo il futuro decreto che non si sa quando mai arriverà.
Nel frattempo? Nel frattempo non cambierà niente. "Nelle more delle modifiche al citato regolamento – si spiega – resta pertanto immutata la disciplina Isee relativa al patrimonio mobiliare, con la conseguenza che nelle Dichiarazioni Sostitutive Uniche (DSU) presentate a partire da gennaio 2024 permane l’obbligo di indicare tutti i rapporti finanziari posseduti al 31 dicembre 2022 dai soggetti appartenenti al nucleo familiare". Oltre alla beffa, dunque, anche il danno.