Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

La beffa del taglio del cuneo: chi supera i 35mila euro di reddito perde 1.100 euro. Ecco perché

I calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio: mancati benefici oltre la soglia di retribuzione lorda di 35mila euro. Se la misura venisse prorogata ci sarebbe un “forte disincentivo al lavoro”

Roma, 14 novembre 2023 – Il taglio del cuneo fiscale previsto dalla manovra 2024 assicura “un importante sostegno ai redditi bassi e medi, in particolare a quello degli operai”. Ma per i redditi che superano i 35mila euro il taglio si azzera. Questo, per chi ha un reddito anche di un solo euro maggiore di 35mila euro, si traduce in un mancato beneficio di “circa 1.100 euro" annui.

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Il taglio del cuneo fiscale nel 2024
Il taglio del cuneo fiscale nel 2024

Cosa perde chi prende + di 35mila euro

A far notare la beffa per questa categoria di lavoratori è Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, ascoltata oggi dalle commissioni riunite di Camera e Senato a proposito della legge di Bilancio. “La modalità per fasce fa cessare ogni beneficio oltre la soglia di retribuzione lorda i 35.000 euro lordi, con una perdita di circa 1.100 euro con il superamento di tale soglia per un solo euro", spiega Cavallari. Che aggiunge: “Nell’eventualità di proroghe della misura”, ad oggi prevista solo per il 2024, vi sarebbe un “forte disincentivo al lavoro e si renderebbe più complesso il raggiungimento degli accordi di rinnovo contrattuale”. 

Come funziona il taglio del cuneo 

Spieghiamo bene. La manovra prevede un taglio contributivo in favore dei lavoratori dipendenti pari a 7 punti percentuali per i redditi fino a 25 mila euro e a 6 punti percentuali per i redditi fino a 35 mila euro. Un sconto fiscale insomma che si traduce in buste paghe più pesanti. Nessun alleggerimento e quindi nessun aumento di stipendio è previsto per i redditi superiori a 35mila euro. 

Nuova Irpef: gli aumenti in busta. Quanto e per chi

Benefici più estesi invece dalla nuova Irpef. La riduzione delle aliquote da 4 a 3 e l’intervento sulle detrazioni comportano un aumento in busta di “75 euro annui per i redditi da lavoro dipendente tra 8.000 e 15.000; a partire dai 15.000 fino a 28.000 il vantaggio aumenta progressivamente con il reddito fino a un massimo di 260 euro; oltre i 50.000 euro il beneficio può azzerarsi per effetto del taglio delle detrazioni per oneri e spese non sanitarie".

Bankitalia: benefici per 2 famiglie su 3

Ieri Bankitalia aveva quantificato i benefici del taglio del cuneo e dell’Irpef a tre aliquote (redditi fino a 28mila euro: aliquota del 23%, redditi tra i 28mila e i 50mila euro aliquota del 35%, redditi superiori ai 50mila euro: aliquota del 43%)“Un incremento del reddito disponibile familiare dell'1,5%” in media, pari a “circa 600 euro annui”. I vantaggi interessano quasi 3 famiglie su 4, e sono maggiori per quelle tra il secondo e il sesto decimo della distribuzione di reddito, più contenuti nei decimi di reddito più alti. I dubbi di Bankitalia sono per la sostenibilità della misura che vale 10,7 miliardi delle casse pubbliche e che è transitoria ma che se rinnovata, potrebbe provocare “bruschi aumenti” del debito e “nuovi scostamenti di bilancio”.