Villois
Il galleggiamento del nostro sistema socio economico, descritto nel report 2024 del Censis, potrebbe subire un inizio di stagflazione, ovvero di un postumo dell’inflazione con il continuo calo della domanda di beni e consumi. È più che mai necessario porre le condizioni per limitare la de-industrializzazione in corso ormai da oltre 15 anni. Servono provvedimenti che stimolino gli investimenti industriali con capitale italiano e straniero, con insediamenti produttivi caratterizzati da occupazione più qualificata e meglio retribuita, in modo da ridare verve ai consumi. È vero che negli ultimi due anni il numero di occupati è cresciuto di 5 punti e oggi la disoccupazione è al minimo storico, ma è altrettanto vero che questa crescita occupazionale potrebbe infrangersi presto contro una crescita esponenziale della cassa integrazione, dovuta alle crisi contemporanee della meccanica, con in testa la componentistica dell’automotive, del tessile-abbigliamento e delle costruzioni, dopo il boom ultra viziato del 110%.
Il continuo calo del numero di grandi imprese a capitale italiano e della chiusura o migrazione all’estero di quelle a capitale straniero e di una filiera di ottima qualità in ogni settore, ma sempre più sottomessa a committenti esteri, sta alimentando una de-industrializzazione da cui sarà sempre più difficile tornare indietro e recuperare posizioni. Situazione che porterà ad un marcato calo dell’occupazione, quindi del reddito procapite e di riflesso dei consumi. Fondamentale porvi l’argine di una politica industriale, tributaria e de-burocratizzante in modo da stimolare investimenti, insediamenti produttivi, occupazione stabile.