Milano, 18 febbraio 2020 - Intesa Sanpaolo scuote l’ecosistema banciario italiano con una mossa a sorpresa. Un’opa, assolutamente inattesa, lanciata ieri sera per acquistare la totalità dlele azioni di Ubi Banca, proprio nel giorno in cui l’istituto guidato a Victor Massiah aveva annunciato i propri conti e il piano industriale 2020-2021, con più utili, la chiusura di 175 filiali, la riqualificazione di 2360 dipendenti e l’uscita di altri 2030 uscite (300 già in corso con l’accordo sindacale di dicembre), in parte compensate dal ricambio generazionale. Dati che la borsa aveva premiato.
Poi, alle 23,30, l’annuncio a sorpresa. A Ubi nessuno ne sapeva nulla, Massiah era a Londra dove aveva illustrato il piano. Intesa Sanpaolo – recita l’opa – offrirà 17 azioni proprie ogni 10 azioni di Ubi Banca portate in adesione all’offerta. Il premio è del 27,6% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni di Ubi alla chiusura del 14 febbraio. In pratica Intesa valorizza Ubi di 4,86 miliardi.
Nell’accordo entra Bper che punta a prendersi circa 500 filiali di Ubi. Il contratto siglato ieri sera tra Bper e Intesa prevede che la banca modenese acquisisca "un ramo d’azienda composto da circa 1,2 milioni di clienti distribuiti su 400/500 filiali bancarie, ubicate in prevalenza nel nord del Paese". "L’operazione – precisa Bper – sarà supportata da un aumento di capitale in opzione ai propri azionisti stimato in via prudenziale fino ad un massimo di un miliardo".
L’obiettivo dichiarato di Intesa è realizzare "utili consolidati superiori a sei miliardi dal 2022" oltre a "creare valore per gli azionisti tramite la distribuzione di flussi di dividendi sostenibili nel tempo anche grazie alle sinergie derivanti dall’aggregazione e stimate a regime in circa 730 milioni ante imposte per anno"; Nell’opa si prevede di "integrare il vertice aziendale dell’emittente nelle prime linee di management". Fra le motivazioni anche la necessità di creare un grande player europeo. "È interesse di Intesa – afferma la banca guidata da Carlo Messina – raggiungere dimensioni che le consentano di competere autonomamente e svolgere un ruolo proattivo nel panorama bancario europeo". Intesa diventerebbe il settimo gruppo bancario in Europa.
A seguito del perfezionamento dell’offerta, Intesa avrà accesso a oltre 3 milioni di clienti prevalentemente retail, PMI e private "ubicati in alcune delle aree a più alto potenziale di sviluppo".
L’ingresso di Bper nell’operazione risolve anche problemi di concentrazione delle filiali. E per Bper è un’opportunità enorme di crescita. Come ammette l’ad Alessandro Vandelli. "Il perfezionamento dell’acquisizione del ramo d’azienda rappresenta un’importante opportunità per il nostro Gruppo bancario di rafforzare la posizione competitiva in particolare nelle aree più produttive e dinamiche del Paese. L’operazione ci consentirà di aumentare la base di clientela di oltre il 40% e di conseguire un complessivo ribilanciamento della presenza del Gruppo sul territorio nazionale verso aree economicamente forti, allo stato con una presenza limitata".
Ieri Ubi aveva presentato il proprio piano di crescita in solitaria, promettendo un utile di almeno 665 milioni nel 2022 e la destinazione ai soci del 40% dei profitti con la possibilità, se i coefficienti patrimoniali supereranno il 12,5%, di aumentare i dividendi. Con il piano di svolta e ridefinizione, aveva spiegato Massiah, Ubi intende "lasciarsi alle spalle un decennio di crisi" e puntare "sulla trasformazione della banca".