Nel Registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale, all’Ufficio italiano brevetti e marchi, c’è un nuovo nome: quello di Bracco. Istituito nel 2020 dal ministero dello Sviluppo Economico, questo logo viene attribuito esclusivamente ai marchi delle imprese registrati e continuativamente rinnovati da almeno 50 anni e utilizzati per la commercializzazione di prodotti di eccellenza, storicamente collegati al territorio italiano. Bracco entra a far parte di quell’esclusivo gruppo di aziende che rappresenta la punta di diamante del Made in Italy. "Sono molto orgogliosa, perché significa che nel settore chimico farmaceutico e della diagnostica per immagini Bracco è da sempre sinonimo di responsabilità, affidabilità, serietà ed efficacia", commenta Diana Bracco, presidente e Ceo del gruppo di famiglia, componente del Direttivo di Confindustria e, in passato, prima donna presidente di Federchimica e di Assolombarda. Oggi, giorno del suo compleanno, lo passerà lavorando: all’assemblea di Assolombarda, che ospita la premier Giorgia Meloni. Una paladina del Made in Italy. "Su questo fronte – osserva – credo che ci sia molto da fare. Le aziende hanno un ruolo. Il nostro brand è ormai per noi una vera leva di competitività internazionale perché è carico di storia e di valori, e trasmette emozioni".
Quando si parla di Made in Italy all’estero tutti pensano a moda, design e al comparto enogastronomico. Ma l’industria italiana è tanto altro.
"Verissimo, nel settore life sciences e in tanti altri comparti di punta abbiamo aziende eccellenti che vincono sui mercati di tutto il mondo. I dati del nostro export lo dimostrano: i prodotti italiani sono apprezzatissimi perché incarnano qualità e bellezza".
La storia del vostro gruppo, fondato da Elio Bracco, suo nonno, nel 1927, si intreccia con la storia dell’industria chimica italiana e della ricerca scientifica. Qual è l’eredità di questo passato?
"La decisione “visionaria” presa da mio padre negli anni ’50 di focalizzare le attività di ricerca nella chimica dello iodio, quando pochi credevano nel settore dell’imaging e nelle potenzialità dei mezzi di contrasto. La sua scelta imprenditoriale coraggiosa e controcorrente già all’inizio degli anni ‘60 diede ottimi risultati, e ancora oggi ci fa vincere sui mercati di tutto il mondo confrontandoci con dei colossi in un comparto tecnologicamente avanzatissimo. Oggi siamo una grande multinazionale della salute presente in oltre 100 Paesi, con Stati Uniti e Cina come primo e secondo mercato. Non dimentichiamo, però, che Bracco resta un’azienda italiana col cuore pulsante nel nostro Paese, dove abbiamo tre stabilimenti a Ceriano Laghetto, Colleretto Giacosa e Torviscosa".
Nel 2022 avete registrato un fatturato di 1.8 miliardi realizzato per l’89 per cento all’estero con 3.700 dipendenti di cui quasi 1.400 in Italia. Come avete affrontato la crisi legata a pandemia, guerra, aumento dei tassi d’interesse e del costo delle materie prime?
"È stata dura, ma siamo riusciti a mantenere intatta la nostra posizione di leader sul mercato. Certo, abbiamo dovuto mettere in campo una rigida gestione delle spese, degli approvvigionamenti e dell’efficientamento energetico, in modo da garantire le risorse necessarie per proseguire nel piano di investimenti, soprattutto in ricerca, innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. Il nostro imperativo di fronte alle difficoltà è stato non mollare mai, e anzi di rilanciare gettando il cuore oltre l’ostacolo".
Concretamente?
"Abbiamo continuato a investire con costanza e coraggio su ricerca e innovazione, con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone attraverso prevenzione d’avanguardia e diagnostica di precisione. Alla ricerca quest’anno destiniamo 147,3 milioni per le attività dei nostri 11 centri di ricerca nel mondo, pari all’8,3 per cento circa dei ricavi. Nei laboratori Bracco si lavora per innovare tutte le modalità diagnostiche, dalla risonanza magnetica alla radiologia".
La vostra maggiore innovazione nel 2022?
"Pochi mesi fa abbiamo ottenuto l’approvazione regolatoria negli Usa per il Gadopiclenolo, mezzo di contrasto di nuova generazione per l’Imaging a risonanza magnetica (Mri) sviluppato con un approccio di opening innovation. Questo conferma non solo il nostro impegno nella ricerca ma anche la capacità di esecuzione dei nostri programmi tesi a plasmare il futuro della prevenzione e della diagnostica per immagini di precisione".
Cosa prevedete per il 2023?
"Di continuare a crescere, grazie anche al lancio di nuovi prodotti. La nostra strategia per i prossimi anni punta su cinque programmi fondamentali: rafforzare il business della radiologia, adottare misure di ottimizzazione e razionalizzazione dei processi produttivi, espandere le nostre piattaforme di crescita (imaging molecolare, Ceus/microbolle, medical devices), accelerare la trasformazione digitale con l’impiego dell’Intelligenza Artificiale e di quella ambientale ed energetica all’insegna della sostenibilità. E, infine, eccellere nei mercati emergenti".
Novità su questo fronte?
"Nei prossimi mesi vogliamo fare un salto di qualità in Giappone, dove c’è una grande cultura della prevenzione e della cura precoce. Per questo stiamo chiudendo la nostra storica joint-venture con la giapponese Eisai per dare vita a Bracco Japan con sede a Tokyo. Il Giappone è il primo Paese al mondo per numero di macchinari diagnostici per abitante".