
Il 50% degli italiani si informa online (Epa via Ansa)
Roma, 24 marzo 2025 – Colpa dei cellulari? Un po’ si. Ma anche di tablet e pc. E dei ragazzi che fanno tendenza. E per i quali tutto ciò che è “statico” non va bene. La “rivoluzione”, dunque, l’hanno fatta soprattutto loro, ma non solo loro. La tv non è più “la più amata dagli italiani”. Ormai si “consumano” contenuti e principalmente informazione via Internet. E soprattutto, certifica l’Agcom, che per la prima volta ha tracciato un quadro specifico sull’informazione nel nostro Paese, il primato di fruizione delle notizie avviene attraverso il web.
Tutto è cominciato nel 2023, nell’era post pandemica, quando la televisione ha lasciato il passo a Internet, tendenza che poi si è riproposta anche nel 2024. E, dunque, la tv non è più il principale mezzo di informazione per gli italiani: un italiano su due utilizza la rete per informarsi. Tutto ciò nonostante la fiducia nei mezzi di informazione tradizionali sia superiore. Secondo l’Osservatorio sul sistema dell’informazione, per la prima volta la televisione perde la posizione di leader tra i mezzi di informazione (46,5% della popolazione) con una riduzione molto forte (-21%) rispetto al 2019 in cui era il mezzo di informazione largamente più utilizzato (67,4% della popolazione). Internet è preferito dal 52,4%. Solo il 13,3% degli italiani risulta informarsi tramite la radio, in leggero calo rispetto agli anni passati. I quotidiani, nel loro formato cartaceo, proseguono nella dinamica di riduzione: poco più del 17% degli italiani dichiara di leggerli, solo il 6,6% afferma di avere un abbonamento a pagamento a uno o più quotidiani nella versione digitale. Perché si possono leggere anche sul cellulare, ovviamente.
Il fattore generazionale riveste un ruolo fondamentale nel determinare le modalità di consumo dell’informazione. Tra i più giovani è prevalente la propensione a usare un solo mezzo per informarsi, solitamente internet. Il 50,5% di coloro che sono iscritti ad almeno un social network dichiara di venire a conoscenza di notizie e informazioni prima sui social che su altri mezzi di comunicazione. Cliccare sul link di una notizia o mettere un like, sono le azioni prevalentemente svolte (più del 40%); meno frequentemente le notizie sono commentate (16,9%) o si avvia una discussione in merito (6,1%). Infine, tra le modalità attraverso cui i cittadini si informano, un ruolo significativo è svolto dal passaparola, utilizzato da un cittadino su dieci.
Per quanto riguarda l’attendibilità, il 65,6% della popolazione dichiara di avere un livello di fiducia moderata o alta in almeno un mezzo di informazione. I mezzi tradizionali, dunque giornali e telegiornali, risultano comunque le fonti informative in cui i cittadini ripongono maggiore fiducia. Segue il passaparola, nel quale il 35% circa ripone alta fiducia. Minore è la fiducia nei mezzi digitali: circa il 30% della popolazione nutre una bassa fiducia nelle notizie provenienti dai social media, così come per quelle provenienti dalle piattaforme di condivisione di video. Inoltre, le fonti editoriali come tv, radio e quotidiani, sono ritenute più affidabili rispetto a quelle generate da autori singoli, come influencer e blogger. Il servizio pubblico televisivo, ovvero la Rai, è la fonte ritenuta più affidabile, in particolare dai più anziani. Gli influencer sono considerati affidabili dal 2,2% della popolazione, percentuale che sale solo al 4,6% per la fascia di età tra i 14 e i 24 anni.
Nel periodo 2019-2024, i palinsesti dei tg e dei programmi di approfondimento hanno dimostrato una grande elasticità di risposta agli eventi contingenti, come la pandemia e l’invasione dell’Ucraina. I tg hanno prodotto mediamente tra il 30% e il 35% dell’offerta informativa complessiva e i programmi di approfondimento il 65-70%.