Sabato 28 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Intelligenza artificiale, l’Italia ci punta più di altri stati

Lo studio: il 24% dei lavoratori già usa l’AI, il 46% dei manager prevede un boom nei prossimi tre anni. Tra i settori che investiranno maggiormente i servizi finanziari, il settore immobiliare e il retail e consumer products

Intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale

Roma, 5 settembre 2024 – L’Italia è tra i primi tre Paesi che hanno adottato sistemi di Intelligenza artificiale, preceduta solo da Spagna e Svizzera: il 24% dei lavoratori già usa l’AI, il 46% dei manager prevede un boom nei prossimi tre anni. Sono i principali risultati della prima edizione dello studio “EY Italy AI Barometer” realizzato da EY, che ha interessato oltre 4700 manager di 9 Paesi europei, di cui 528 professionisti di imprese italiane in diversi settori, indagando aspettative e sfide future nei prossimi 12 mesi, nonché l’utilizzo attuale che viene fatto dell’intelligenza artificiale nel business. L’AI – emerge dalla ricerca - è tra le priorità di investimento del prossimo anno per 1 azienda su 3.

Tra i settori che investiranno maggiormente i servizi finanziari, il settore immobiliare e il retail e consumer products. I settori energetico, finanziario e media/telecomunicazioni sono avanti nell'adozione dell'AI, con il 52% dei rispondenti che si sente preparato per un'implementazione corretta, al contrario del settore pubblico in cui prevale una incertezza sulle competenze. Per quasi il 60% dei manager l’uso dell’AI porta ad un aumento dei profitti e a un risparmio sui costi. La maggior parte dei rispondenti in Italia utilizza l'intelligenza artificiale soprattutto nella vita privata (43%), o al lavoro (12%), e il 20% la utilizza per entrambi gli scopi. L’intelligenza artificiale, dunque, sta rivoluzionando il mondo delle imprese e si è affermata come una presenza stabile nel business delle stesse. Quasi tre quarti dei soggetti italiani interpellati (76%) afferma di avere un’esperienza diretta con la nuova tecnologia. La maggior parte di loro utilizza l’AI prevalentemente nella vita privata (43%), o nel contesto lavorativo (12%), mentre il 20% la impiega in entrambi gli ambiti. Si evidenzia, quindi, un sostanziale ottimismo verso queste tecnologie. “L’intelligenza artificiale – spiega Giuseppe Santonato, AI Transformation Leader di EY Italia - si sta affermando come una delle principali priorità e l’Italia è tra i primi tre Paesi che l’hanno adottata (77%), preceduta solo da Spagna (84%) e Svizzera (82%). Investire oggi nell’intelligenza artificiale permette alle aziende di posizionarsi come leader in un contesto di mercato in costante evoluzione e sempre più competitivo. Un’azienda su tre, infatti, si prepara a investire sulle sue potenzialità per il prossimo anno e i settori che prevediamo saranno al fronte di questo movimento includono i servizi finanziari, il settore immobiliare e il retail e consumer products”. L’analisi mette in evidenza, dunque, come l’Italia sia avanti nell’implementazione dell’AI nei contesti lavorativi rispetto alla media europea (19%), con quasi un quarto dei rispondenti (24%) che afferma che l’AI sta già influenzando il loro lavoro e il 46% che prevede invece un incremento nei prossimi tre anni dell’impatto delle applicazioni AI nel business. Inoltre, il 24% dei rispondenti ritiene che l’intelligenza artificiale possa sostituire parti delle mansioni su larga scala e il 76% si aspetta che questa porti a una riduzione del numero di dipendenti man mano che il suo utilizzo si consolida. Il nodo della formazione si conferma cruciale in questo campo e si evidenzia come le imprese possano fare di più per sostenere i propri lavoratori nell’implementazione dell’AI, adottando un ruolo attivo nella formazione e nell’aggiornamento professionale delle proprie persone: il 37% dei rispondenti, infatti, pensa che la propria azienda dovrebbe fornire maggiore formazione e il 32% ritiene di non avere abbastanza aiuto in questo senso. Solo il 16% dei rispondenti si ritiene soddisfatto della formazione che riceve sul posto di lavoro, inoltre, il 55% dei rispondenti si dedica all’autoformazione, sia privatamente (22%) che professionalmente (20%), entrambi il 13%, prediligendo per la maggior parte formazione dal vivo e workshop e corsi online. Le trasformazioni derivanti dalle nuove tecnologie che stanno pervadendo sempre più il business delle imprese non vengono viste in modo negativo dalla maggior parte dei rispondenti: il 52% di questi, infatti, ritiene che la propria azienda abbia sufficienti conoscenze per implementare l’AI nel modo corretto. Guardando ai settori, questo trend si evidenzia in particolare nel settore energetico, dei servizi finanziari e nei media e telecomunicazioni. Al contrario, il 67% dei rispondenti appartenenti al settore pubblico pensa di non avere abbastanza conoscenze. Nonostante le numerose sfide, i benefici dell’adozione dell’AI sono già evidenti, soprattutto in termini di risparmi sui costi: in Italia, più della metà dei manager (58%) afferma che l’uso dell’AI ha permesso loro di risparmiare sui costi, aumentare i profitti o entrambi. Il 16%, al contrario, non ha riscontrato risparmi. Queste tecnologie in Italia impattano maggiormente il 69% di coloro che hanno ruoli manageriali, a differenza di chi ha un ruolo non manageriale (49%). Attualmente, secondo i rispondenti, in Italia l’intelligenza artificiale viene implementata all’interno delle aziende soprattutto per quanto riguarda le funzioni di marketing, cybersecurity e protezione dei dati e assistenza ai dipendenti.