Venerdì 22 Novembre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Così l’intelligenza artificiale aiuterà a combattere il caporalato

Algoritmi in campo per contrastare lo sfruttamento nel lavoro agricolo. Serviranno, fra le altre cose, a geolocalizzare terreni e colture

Caporalato, foto generica

Caporalato, foto generica

Roma, 15 luglio 2024 – Intelligenza artificiale e algoritmi per la geolocalizzazione dei terreni e delle colture: sono solo due degli strumenti che l’Inps e l’Agea, la struttura specializzata del Ministero della sovranità alimentare, intendono mettere in campo (è proprio il caso di dirlo) per contrastare il caporalato e lo sfruttamento nel lavoro agricolo. Il decreto-legge “agricoltura” istituisce, nello specifico, una banca dati inter-operativa tra Inps e Agea al servizio di tutte le istituzioni interessate per sviluppare una strategia congiunta di contrasto allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura.

Agea avrà un ruolo fondamentale mettendo a disposizione dati precisi e certificati sulle aziende agricole, che verranno inseriti in una banca dati comune, dalla quale potranno attingere gli altri enti, per verificare informazioni relative alle coltivazioni e agli allevamenti realizzati per ciascun anno solare e alle particelle catastali relative ai terreni. L’accordo prevede anche la creazione di una piattaforma geospaziale con l’utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale per rappresentare elementi di rischio automatici.

“Con questo provvedimento si rendono effettivi la sinergia e gli interventi urgenti per i settori dell’agricoltura, dell’agroindustria, della pesca, nonché in materia di fiscalità di impresa, rimasti inattuati”, spiega il direttore di Agea Fabio Vitale. “La lotta al lavoro sommerso verso quei settori che, sulla base dei dati statistici e in considerazione del contesto territoriale (vocazione turistica o stagionalità), risultano maggiormente esposti alla presenza di “lavoratori in nero” riceve in questo modo una risposta forte e integrata a livello istituzionale garantendo una piena centralizzazione e una completa condivisione dei risultati delle attività ispettive e dei soggetti ispezionati, con l’obiettivo ultimo di migliorare l’efficacia della programmazione dell'attività ispettiva e il monitoraggio del fenomeno del lavoro sommerso su tutto il territorio nazionale”, avvisa il direttore Agea. La collaborazione tra Agea e INPS nella lotta al caporalato parte subito con una sinergia sul campo: Agea avrà un ruolo operativo e fondamentale, perché dovrà, come richiesto dai vertici INPS, mappare serre, baraccopoli e allevamenti per realizzare una piattaforma in grado di identificare le aziende dislocate in tutta Italia e scelte in modo selettivo utilizzando criteri di alert.

Un’attività resa possibile grazie alla tecnologia di telerilevamento, per la quale Agea ha dimostrato di essere leader a livello europeo. Il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura significa anche semplificazione: e questo passa per la possibilità di gestire la precompilazione automatica delle dichiarazioni INPS da parte dell’agricoltore, un servizio agli utenti, utilizzando i dati presenti nel fascicolo aziendale agricolo, strumento grazie al quale Agea già eroga aiuti, contributi e premi, come prevede la nuova programmazione PAC e quindi non più in base a dati dichiarati ma a dati certificati e validati. La nuova collaborazione con AGEA consentirà di rafforzare i controlli INPS come prevede il nuovo Piano della vigilanza, approvato dal Cda guidato da Gabriele Fava. Nel 2023, solo nel settore agricolo, l’INPS ha infatti annullato oltre 27mila contratti irregolari e denunciato 425 lavoratori, a fronte di 669 ispezioni nel settore, su un totale di 9202 controlli effettuati, che hanno portato a risultati di produzione dell’accertato complessivo pari a 982,4 mln di euro (+46%). Per stroncare il terribile fenomeno del caporalato, INPS, oltre al Controllo della documentazione, ha attivato sportelli di ascolto e informazione multilingua negli Ispettorati Territoriali; sono state avviate poi, attività di sensibilizzazione dei lavoratori migranti, concentrate sui diritti e doveri, nel rapporto di lavoro, così come sui rischi legati allo sfruttamento lavorativo e, anche, sui meccanismi di protezione delle vittime. Previste ulteriori misure come l’aggiornamento professionale e lo scambio di esperienze per il personale ispettivo e gli operatori del mercato del lavoro e del terzo settore. “Il lavoro nero – spiega a sua volta Valeria Vittimberga, direttore generale INPS - si combatte anche con un welfare di qualità. In questo senso mi preme sottolineare il valore della riforma degli strumenti di integrazione sociale e di contrasto alla povertà anche sul fronte della legalità; un valore che si integra appunto con la lotta al lavoro nero e al caporalato. In questo modo si recupera tra l’altro base contributiva che si ottiene creando buona occupazione, accompagnata dal prosciugamento delle sacche di sfruttamento. Infine, mi preme sottolineare come un contributo fondamentale per sostenere la legalità e debellare questi odiosi fenomeni verrà da una salda alleanza tra le Istituzioni e le realtà produttive virtuose, realtà che vanno sostenute e premiate”.