Sabato 16 Novembre 2024

Inps, Boeri: "Servono migranti per i lavori che gli italiani non vogliono fare"

Sale l'occupazione ma è boom di contratti a tempo determinato. Il presidente dell'Istituto: "Sull'immigrazione disinformazione". Polemica con Salvini

Il presidente dell'Inps Tito Boeri alla Camera (Lapresse)

Il presidente dell'Inps Tito Boeri alla Camera (Lapresse)

Roma, 4 luglio 2018 - L'occupazione sale, ma lievitano i contratti a tempo determinato, mentre calano i lavoratori a tempo indeterminato. Sono i nuovi dati dell'Inps che ha pubblicato il suo Rapporto annuale, in cui snocciola dati anche sui lavoratori della gig economy, ammortizzatori sociali, pensioni, reddito di inclusione e salario minimo orario. Punti su cui è intervenuto il presidente Inps Tito Boeri presentando il rapporto alla Camera. Secondo Boeri il salario minimo orario avrebbe "il doppio vantaggio di favorire il decentramento della contrattazione e ridurre la povertà fra chi lavorà". In tema pensioni, per Boeri, "non si vedono ragioni per tagliare quelle d'oro per il solo fatto di avere un importo elevato", mentre vanno "tagliati i privilegi". Il presidente dell'Inps ha detto la sua anche su alcuni punti del decreto dignità, presentato ieri dal governo. Se cinque proroghe del contratti sono troppe, ha detto il presidente dell'Inps, "non si vede perché reintrodurre le causali sui contratti a tempo determinato". Mentre sul fronte migranti, Boeri ha sottolineato la necessità per l'Italia di aumentare "l'immigrazione regolare". Sono tanti, ha detto, "i lavori che gli italiani non vogliono più svolgere".

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MIGRANTI - "Gli italiani - ha detto Boeri alla Camera - sottostimano la quota di popolazione sopra i 65 anni e sovrastimano quella di immigrati e di persone con meno di 14 anni. La deviazione fra percezione e realtà è molto più accentuata che altrove. Non sono solo pregiudizi. Si tratta di vera e propria disinformazione". Parole che hanno scatenato una polemica con Matteo Salvini, che replica: "Vive su Marte". Più tardi il presidente dell'Istituto, in una conferenza della Cisl, ha ribadito la sua tesi: "Se noi tagliamo il numero di immigrati regolari che arrivano nel nostro paese e cominciano a pagare i contributi e abbiamo il calo delle nascite, noi abbiamo dei seri problemi nel finanziamento del nostro sistema di protezione sociale e del nostro sistema pensionistico. Questa è una verità incontrovertibile. I dati dicono questo e con questi dati bisogna avere a che fare". Per Boeri, quindi, "sarebbe interesse di tutti, a partire dalla classe politica, a partire da chi oggi ha in mano le leve del governo, dare informazioni giuste ai cittadini perché poi, quando si dovranno fare le scelte che la demografia ci impone, i cittadini devono poter capire perché si fanno queste scelte".

OCCUPATI - Secondo il rapporto annuale dell'Inps, i lavoratori dipendenti coinvolti in rapporti di lavoro a tempo determinato e di apprendistato tra il 2016 e il 2017 "sono aumentati significativamente, passando da 3,7 milioni a 4,6 milioni", in crescita quindi di "quasi un milione" (+24%). L'Istituto registra invece un calo per gli occupati a tempo indeterminato: da 14,1 milioni a 13,8 milioni. "Un innesco importante all'espansione dei rapporti a termine - spiega l'Istituto - è giunto dalla soppressione, a marzo 2017, della regolazione tramite voucher delle prestazioni di lavoro accessorio". Nel complesso l'occupazione dipendente (non considerando il settore agricolo) risulta così in rialzo del 3,5% (da 17.774.866 a 18.391.228).

GIG ECONOMY - Il rapporto dell'istituto fa anche una stima dei lavoratori della gig economy. Un numero che sta in "un intervallo da 589.040 a 753.248". L'Inps fa poi notare come nonostante "il dibattito pubblico sia incentrato sui rider" questi rappresentino "una parte limitata della gig economy, pari a poco più del 10%". A proposito di gig economy Boeri suggerisce di trovare forme contrattuali idonee per i lavoratori evitando di "intervenire con l'accetta". Il presidente dell'Istituto nella relazione fatta alla Camera ha chiarito che "l'Inps è disponibile a investire ulteriori risorse nel gestire la copertura assicurativa di questi lavoratori, mettendo a frutto la tracciabilità consentita dal lavoro organizzato on line, secondo le modalità già sperimentate con le prestazioni occasionali".

SALARIO MINIMO - L'Inps calcola che se in Italia si fissasse un salario minimo orario al valore di 8,50 euro, come avviene in Germania, nel 2017 l'incidenza dei lavoratori con un importo inferiore sarebbe "pari al 16,9% (2.527.521 lavoratori)". A tal proposito, secondo Boeri, "il salario minimo stabilito con una legge dello Stato dovrebbe essere semplicemente inderogabile, come avviene in tutti i Paesi in cui esiste". Analizzando la situazione dei lavoratori delle piattaforme, Boeri ha osservato che c'è "una ragione in più per istituire un salario minimo orario nel nostro Paese". "Chi non vuole il salario minimo o lo vuole relegare a semplice orpello - ha proseguito il presidente dell'Inps - vuole continuare a privare il nostro Paese dello strumento principale di contrasto alla poverta' fra chi lavora".

PENSIONATI E REI - Dalle tabelle sul reddito pensionistico (lordo) del Rapporto annuale emerge che nel 2017 i pensionati Inps sotto i mille euro al mese sono pari a 5 milioni e 548 mila, il 35,9% del totale (15 milioni e 477 mila). Il dato risulta in calo rispetto a quello presente nel Rapporto precedente (37,5%). Per le donne la percentuale di chi riceve meno di 1.000 euro al mese si alza al 44,8% (3 milioni e 686 mila). Sono invece quasi 1 milione e 114 mila (il 7,2%) coloro che percepiscono più di 3 mila euro al mese. Per quanto riguarda il reddito di inclusione, invece, toccherebbe, a regime, 1 milione e 462 mila persone, pari a 525 mila famiglie. La misura raggiungerebbe il 29% dei 5 milioni dei poveri assoluti. Le risorse "direttamente affluenti" ai beneficiari sono pari, si calcola, a circa 1,8 miliardi. Con altri 6,2 miliardi, prospetta, si riuscirebbe a coprire "sostanzialmente la totalità dei poveri assoluti". 

"NO A TAGLI PENSIONI D'ORO MA A PRIVILEGI" - A proposito di pensioni, per Boeri "non si vedono ragioni per tagliare le pensioni d'oro per il solo fatto di avere un importo elevato". Secondo il presidente dell'Inps, "non esistono pensioni d'oro, d'argento o di bronzo. Le pensioni oggi erogate sono la combinazione di tre elementi: la pensione contributiva, quella assistenziale e quella di privilegio". E' quest'ultima che viene stabilita "in modo arbitrario dal decisore politico a vantaggio di alcune specifiche categorie di persone, tra cui in passato i politici medesimi" e può "essere rimessa in discussione, soprattutto in presenza di un debito pubblico molto elevato e della necessità di devolvere risorse ad impieghi maggiormente meritori". Tra i privilegi nel mirino di Boeri, il trattamento riservato ai sindacalisti che, "come abbiamo più volte sottolineato, hanno sin qui goduto di condizioni di favore". "Per togliere questo privilegio - spiega - non c'è bisogno di una legge: basta solo il nulla-osta del ministero alla circolare che abbiamo proposto un anno fa". Infine, il tema dell'abolizione della legge Fornero e la riforma annunciata dal governo. "Ripristinando le pensioni di anzianità con quota 100 (o 41 anni di contributi) - ha detto Boeri - si avrebbero subito circa 750.000 pensionati in più". Secondo le stime dell'Inps, quota 100 pura può costare fino a 20 miliardi l'anno.