È la tassa più ingiusta, perché colpisce, in proporzione, soprattutto i più poveri. Ma è anche quella che agisce nella maniera più subdola possibile, falcidiando i nostri risparmi. Insomma, l’inflazione è una brutta "bestia", superata forse solo dal suo opposto, la cosiddetta "deflazione", vale a dire la discesa dei prezzi, spesso accompagnata da una crisi generale dell’economia. Ma cerchiamo di capire che cosa è, in concreto, e soprattutto, perché è così pericolosa.
Bce: possibile una recessione invernale. Inflazione alta, tassi ancora in rialzo
Pensioni, il confronto tra Italia e Francia. Da loro la minima è il doppio
Da dove nasce
L’inflazione, nel 2022, è tornata alla doppia cifra, assestandosi poco al di sopra dell’11%. Un livello che non toccava dall’85. Tradotta in soldoni, è l’aumento dei prezzi al consumi rilevato, ogni mese, dall’Istat. A innescare la nuova ondata del carovita è stato l’aumento delle materie prime a partire dall’energia. Un trend alimentato anche dalla guerra in Ucraina.
Quali sono i suoi effetti
Un’inflazione elevata può innescare una spirale di crescita dei prezzi e limitare il nostro potere di acquisto. In sostanza, possiamo comprare molte meno cose con gli stessi soldi. E’ quello che, tecnicamente, si chiama perdita del potere di acquisto. Ma non basta. Perché inflazione chiama inflazione, innescando una spirale di crescita dei prezzi. Se tutto diventa più costoso, i lavoratori giustamente, possono rivendicare un aumento di stipendio. I datori di lavoro, per soddisfare questa richiesta, potrebbero reagire innalzando i prezzi sul mercato. Se il fenomeno interessa molte imprese, ci sarà un nuovo aumento dei prezzi, che alimenterà la spirale.
Il rischio recessione
Se i prezzi sono alti e gli stipendi corrono, anche per le imprese diventa più difficile pianificare il risparmio e gli investimenti. Senza considerare gli effetti che il carovita può avere sull’euro, con la sua possibile svalutazione. E, dal momento che noi paghiamo in dollari ciò che acquistiamo all’estero, in particolare materie prime e gas, il conto diventa ancora più salato.
Risparmi sotto tiro
L’inflazione si "mangia" anche i nostri risparmi. Secondo i conti dell’Ufficio Studi della Cgia, nel 2022 c’è stata una stangata da almeno 92 miliardi di euro. E’ come se i soldi che abbiamo depositato in banca, a causa dell’inflazione, avessero un valore inferiore, al momento che con la stessa cifra possiamo comprare meno cose. Certo, una piccolissima parte di questa perdita di potere di acquisto sicuramente verrà compensata dall’aumento degli interessi sui depositi. Ma il conto da "pagare" è pesantissimo e colpisce maggiormente le famiglie meno abbienti.
L’impennata dei tassi di interesse
Per contenere l’inflazione la Banca Centrale Europea ha un solo strumento: agire sui tassi di interesse, per rafforzare la moneta e raffreddare i consumi. Ma questa operazione ha anche altri due effetti: rallenta l’economia e rende più care le rate dei mutui. A tutto questo si aggiunge un ulteriore problema per i Paesi con alto debito pubblico, come l’Italia, costretti ogni mese a piazzare sui mercati titoli garantiti dallo Stato, come i Btp, per finanziare il proprio bilancio. In media spendiamo solo alla voce interessi qualcosa come 72 miliardi di euro, più del doppio rispetto all’ultima manovra economica.