Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

L’inflazione scende ancora (+5,3%) ma di poco, carrello spesa a +8,3%. I dati Istat

Accelerano i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (carburanti, luce e gas a mercato libero) e dei Servizi di trasporto, frenano gli alimentari. Le associazioni consumatori: “Discesa a passo di lumaca. +1550 euro l’anno per l’aumento prezzi”

Roma, 29 settembre 2023 – La crescita dei prezzi frena ancora. Secondo le stime preliminari dell'Istat, a settembre l'inflazione si è assestata sullo 0,2% su base mensile e sul 5,3% su base annua. A raffreddare l’indice è soprattutto l’andamento dei beni alimentari: la corsa dei prezzi nel settore “si riduce sensibilmente pur restando su valori marcati” (+8,3%). Accelerano invece i Beni energetici non regolamentati (carburanti, luce e gas a mercato libero) e i Servizi di trasporto.

Istat, l'inflazione a settembre rallenta al 5,3%. Carrello della spesa scende a +8,3% (Ansa)
Istat, l'inflazione a settembre rallenta al 5,3%. Carrello della spesa scende a +8,3% (Ansa)

Secondo l’Unione Consumatori è “una discesa a passo di lumaca, una goccia nel mare: purtroppo sul mese precedente i prezzi salgono ancora molto. Per questo urge che il Governo faccia qualcosa di serio mettendoci i soldi, ad esempio tagliando le accise sui carburanti o riazzerando gli oneri di sistema sulla luce”. Con un tasso del 5,3%, calcola Codacons, “una famiglia tipo si ritrova a spendere +1.550 euro all’anno a causa degli aumenti dei prezzi, spesa che sale a +2.008 euro all’anno per un nucleo con due figli”. 

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L’andamento dei prezzi nel dettaglio

 A settembre l' 'inflazione di fondo', al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta ancora (da +4,8% a +4,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +5,0%, registrato ad agosto, a +4,8%).

La lieve decelerazione si deve prevalentemente al rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +9,2% a +7,7%), degli alimentari lavorati (da +10,0% a +9,1%), dei beni durevoli (da +4,6% a +4,0%) e, in misura minore, dei beni non durevoli (da +5,2% a +4,8%), dei beni semidurevoli (da +2,9% a +2,4%) e dei servizi relativi all'abitazione (da +3,9% a +3,7%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati da un'accelerazione dei prezzi degli energetici non regolamentati (da +5,7% a +7,6%), dalla minore flessione di quelli degli energetici regolamentati (da -29,6% a -27,8%) e dall'aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +1,2% a +3,8%).

Si affievolisce la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +6,3% a +6%), mentre si accentua quella dei servizi (da +3,6% a +4,1%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -1,9 punti percentuali, dai -2,7 di agosto. La crescita congiunturale dell'indice generale si deve principalmente all'aumento prezzi degli energetici sia regolamentati (+2,5%) sia non regolamentati (+1,6%), degli alimentari non lavorati (+0,6%), dei beni semidurevoli e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5% per entrambi) e dei servizi vari (+0,3%): tali effetti sono stati solo in parte compensati dall'attenuazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,7%). In base alle stime preliminari, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dell'1,7% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi estivi di cui il Nic non tiene conto, e del 5,7% su base annua (in accelerazione da +5,5% di agosto).