Mercoledì 13 Novembre 2024

Inflazione rallenta a dicembre. Nel 2022 aumento medio è il più alto dal 1985

Le stime dell'Istat. Il carrello della spesa rallenta, ma prezzi dei beni di prima necessità restano su livelli record che non si registravano dal 1983

Roma, 5 gennaio 2023 - Nel mese di dicembre 2022 l'inflazione in Italia ha fatto registrare un rallentamento: +0,3% su base mensile rispetto al +0,5% di novembre 2022. Le stime preliminari diffuse dall'Istat sui prezzi al consumo (al lordo dei tabacchi) per l'intera collettività evidenziano un dato su base annua dell'11,6% (da 11,8% del mese precedente).

Preoccupante invece l'aumento medio dei prezzi al consumo nel 2022: l'Istat infatti ha comunicato un aumento dell'8,1%. Nel 2021 la percentuale registrata era stata dell'1,9%. Si tratta dell'aumento più ampio dal 1985, quando fu del +9,2%. Questo incremento medio dei prezzi al consumo è stato principalmente causato dall'andamento dei prezzi dei beni energetici (+50,9% in media d'anno nel 2022, a fronte del +14,1% del 2021). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi, la cosiddetta inflazione di fondo, i prezzi al consumo crescono del 3,8% (+0,8% nell'anno precedente) e al netto dei soli energetici del 4,1% (+0,8% nel 2021).

Per quanto riguarda il carrello della spesa, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano a dicembre su base tendenziale dal +12,7% al +12,6%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +8,8% di novembre a +8,5%). Secondo l'Istat comunque, nonostante il lieve rallentamento, i beni di prima necessità restano a livelli record che non si registravano dal 1983.

Il carrello della spesa degli italiani rallenta, ma resta su livelli alti (Ansa)
Il carrello della spesa degli italiani rallenta, ma resta su livelli alti (Ansa)

Codacons: i dati sulla spesa delle famiglie nel 2022

Le famiglie italiane hanno speso complessivamente nel 2022 ben 61,3 miliardi di euro in più rispetto all'anno precedente a causa dell'aumento di prezzi e tariffe. Lo afferma il Codacons, commentando i dati sull'inflazione diffusi oggi dall'Istat. Un tasso annuo dell'8,1% si traduce, a parità di consumi, secondo l'associazione, in un maggiore esborso pari in media a 2.369 euro per la famiglia "tipo", spesa che sale a +3.069 euro annui per un nucleo con due figli. Se si considera il numero di famiglie residenti in Italia l'inflazione, a consumi costanti, ha prodotto nel 2022 una stangata complessiva da 61,3 miliardi di euro a carico degli italiani. "Sono numeri da capogiro che avranno ripercussioni pesanti nel 2023 - spiega il presidente Carlo Rienzi - l'andamento al rialzo delle bollette del gas, i carburanti che hanno ripreso a correre e i listini degli alimentari ancora a livelli elevatissimi, faranno sentire i loro effetti nel breve termine, erodendo il potere d'acquisto dei cittadini e riducendo la spesa. Il Governo Meloni deve correre ai ripari, adottando misure in grado di calmierare i prezzi al dettaglio e accelerare la riduzione dei listini, allo scopo di salvaguardare i bilanci delle famiglie, che sempre piu' numerose intaccano i risparmi per riuscire a sostenere bollette e prezzi alle stelle".

Coldiretti: stangata su carrello della spesa

L'impennata dell'inflazione pesa sul carrello della spesa degli italiani che hanno speso quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande nel 2022 a causa dell'effetto valanga dei rincari energetici e della dipendenza dall'estero, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l'intera filiera, dai campi alle tavole. A rilevarlo è un'analisi della Coldiretti su dati Istat relativi all'inflazione a dicembre che evidenziano un aumento medio del 9,1% dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande nel 2022 rispetto all'anno precedente. Tra le categorie di prodotti che hanno pesato di più sull'aumento di spesa degli italiani ci sono, sottolinea la Coldiretti, la verdura che precede sul podio "pane, pasta e riso" e poi "carne e salumi" mentre al quarto posto la frutta precede il pesce, poi "latte, formaggi e uova" e quindi "olio, burro e grassi". Seguono- aggiunge l'organizzazione agricola- con esborsi aggiuntivi più ridotti le categorie "acque minerali, bevande analcoliche e succhi", "zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci", "caffè, tè e cacao" e sale, "condimenti e alimenti per bambini".