Martedì 19 Novembre 2024
ACHILLE PEREGO
Economia

L’inflazione cala: dall’energia alla benzina, la frenata dei prezzi si sentirà subito. In arrivo sconti fino all’8%

Alle stazioni di rifornimento numeri così bassi non si vedevano da dicembre dello scorso anno. Secondo la Commissione europea l’inflazione in Italia nel 2024 salirà solo del 2,7%

Milano, 24 dicembre 2023 – Un regalo da mettere sotto l’albero e da festeggiare con un botto di Capodanno. Perché il 2023 si sta chiudendo all’insegna della forte discesa dei prezzi dell’energia, dal pieno di benzina e gasolio per l’auto alle bollette di luce e gas e quindi anche dei costi del riscaldamento.

Un benzinaio aggiorna la cartellonistica che indica i prezzi medi regionali di benzina e gasolio
Un benzinaio aggiorna la cartellonistica che indica i prezzi medi regionali di benzina e gasolio

Rifornimento

Partiamo dai carburanti. I picchi di settembre – oltre i 2 euro al litro per la verde – sembrano già un lontano ricordo e quindi anche sul fronte benzina l’ondata inflazionistica sta progressivamente rallentando e il 2023 si appresta a chiudersi con prezzi mini per i carburanti, tornati in queste vacanze di Natale sui minimi dell’anno. Nonostante i leggeri assestamenti al rialzo degli ultimissimi giorni, legati alla temporanea fiammata del petrolio successiva agli attacchi dei ribelli houthi alle navi in transito nel Mar Rosso, i listini viaggiano su livelli che non si vedevano da fine 2022. Secondo le ultime rilevazioni del ministero dell’Ambiente, aggiornate al 18 dicembre, il prezzo medio nazionale della verde al self service si aggira infatti intorno a 1,765 euro al litro, mentre quello del gasolio a 1,732. Numeri così bassi non si vedevano da dicembre dello scorso anno, da prima cioè che venissero ripristinate a pieno le accise tagliate dal governo Draghi.

Utenze

La discesa dei prezzi, inaspettata a questi livelli con le guerre in corso, commenta Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, riguarda anche il gas e quindi l’elettricità. Complice anche il clima caldo con livelli delle scorte al massimo, oggi il gas quota 34,5 euro al megawattora, un prezzo più alto della media storica degli ultimi 20 anni ma sensibilmente inferiore ai 130 medi del 2022 con picchi oltre i 300. E anche l’energia elettrica ha subito un forte calo dopo i picchi dello scorso anno. Questo significa, aggiunge Tabarelli, che a gennaio potremmo aspettarci una riduzione delle bollette dell’elettricità di circa l’8% e del 4-5% per quelle del gas.

I fattori Cina e Brasile

L’inaspettata frenata dei prezzi dell’energia, nonostante i conflitti in corso e i tagli decisi dall’Opec, spiega sempre il presidente di Nomisma Energia, è dovuta da una parte alla faticosa ripresa economica della Cina e dall’altra ai segnali di recessione anche in Europa dove la produzione industriale mostra flessioni tra il 3 e il 4%. Ma anche dalla disponibilità di gas e petrolio sul mercato, a partire dal nuovo maxi giacimento brasiliano intitolato ad Anita Garibaldi. Incrociando le dita, quindi, conclude Tabarelli, il 2024 dovrebbe vedere un consolidamento del raffreddamento dei prezzi energetici con positivi riflessi sull’indice dell’inflazione che la Commissione europea vede per il nostro Paese in arretramento al 2,7%.

Il costo della vita

Del resto la discesa dei prezzi di gas e petrolio ha già avuto il suo effetto sulla frenata del costo della vita – che aveva avuto negli ultimi due anni proprio la voce energia come miscela per i rincari – che a novembre, ultimo dato Istat, ha registrato un calo dello 0,5% su base mensile e un aumento dello 0,7% sull’anno dal precedente più 1,7%. Certo l’inflazione acquisita per il 2023, sebbene inferiore a quella record del 2022, rimane ancora elevata al 5,7% e fatica a scendere per i classici prodotti del carrello della spesa con alimentari e beni per la cura della casa e della persona che hanno visto a novembre un indice tendenziale ancora al 5,4% rispetto al 6,1% di ottobre. Se i prezzi rallentano, insomma, subiamo ancora le conseguenze della corsa dell’inflazione dei mesi scorsi tanto che secondo uno studio Censis-Confcooperative, per il cenone di Natale gli italiani spenderanno quest’anno 2,9 miliardi di euro. Si tratta di 400 milioni in più dello scorso anno e 200 milioni più del Natale pre-Covid. Ma, avverte la ricerca, l’impennata della spesa è determinata non dai maggiori consumi ma dagli aumenti generalizzati dei prezzi con l’inflazione che mina la capacità di acquisto di due italiani su quattro.