Bruxelles, 6 marzo 2025 – La linea di Bruxelles sull’industria dell’auto sembra ormai chiara: aumentare la domanda di veicoli elettrici. Per farlo, occorre che il vecchio continente si impegni a garantire l'autonomia strategica europea sulle batterie elettriche. Questo il leitmotiv alla base dell’annuncio odierno della Commissione guidata da Ursula von der Leyen, che intende investire 1,8 miliardi di euro nei prossimi due anni – tra il 2025 e il 2027 – a sostegno della produzione di batterie all'interno del continente. Bruxelles punta a rafforzare l'industria europea delle batterie e a ridurre la dipendenza dalle importazioni, in particolare dalla Cina, che attualmente mantiene il podio nel mercato globale delle batterie agli ioni di litio. Per questo motivo l’investimento, che sfiora i 2 miliardi di euro, si inserisce all’interno del piano d’azione dell’esecutivo comunitario sul settore automotive. La Cina, infatti, in passato ha dirottato i suoi investimenti nel settore delle batterie, riuscendo a produrre celle a costi inferiori almeno del 20% rispetto all'Europa. Oggi il colosso orientale si è assicurato un vantaggio competitivo difficile da arginare, anche grazie alle politiche di investimento applicate all’interno del paese e a una sua solida infrastruttura industriale. Oggi la Cina domina il mercato delle auto elettriche. Mentre il mercato europeo dei veicoli elettrici continua ad affrontare grosse sfide, nel 2024 i produttori cinesi hanno continuato a rafforzare la loro presenza.

Dal Fondo per l'innovazione finanziamenti fino a 3 miliardi
La Commissione ha annunciato finanziamenti fino a 3 miliardi di euro attraverso il Fondo per l'innovazione per la produzione di celle per batterie destinate ai veicoli elettrici; un primo bando da un miliardo di euro è stato lanciato lo scorso dicembre. Il piano d'azione prevede anche la creazione di un'alleanza per i veicoli a guida autonoma e l'adozione di misure per garantire condizioni paritarie con i produttori esteri, monitorando i sussidi concessi da paesi terzi ai produttori di veicoli elettrici. Le risorse, ha assicurato Bruxelles, saranno mobilitate attraverso il Fondo europeo per l'innovazione e potranno includere forme di sostegno diretto alle aziende produttrici di batterie “Made in Europe”. Quindi, l'investimento da 1,8 miliardi di euro potrebbe essere accompagnato dagli aiuti di stato al settore. Inoltre, è in programma un emendamento al regolamento sugli standard di Co2 per auto e furgoni entro fine mese, che potrebbe consentire ai produttori di automobili di soddisfare gli obiettivi di conformità calcolando la media delle loro prestazioni tra il 2025 e il 2027, quindi non più anno per anno.
Nessun passo indietro sul traguardo del 2035
La strategia dell’Europa è chiara: nessun passo indietro sul traguardo del 2035 con lo stop ai nuovi veicoli a benzina e diesel. Parallelamente, Bruxelles promette un’accelerazione dei lavori sulla revisione del regolamento, già prevista per il 2026, per fissare in modo inequivocabile il principio di neutralità tecnologica dei carburanti e aprire le porte – con più chiarezza – agli e-fuels. Tra le proposte vi sono esenzioni dai pedaggi per veicoli pesanti a zero emissioni e incentivi per l'acquisto di veicoli elettrici. Inoltre, si sta valutando il supporto alle aziende europee nella produzione e nel riciclaggio delle batterie, nonché l'introduzione di requisiti di contenuto locale per la produzione di batterie automobilistiche. Intanto, la Commissione è al lavoro per realizzare un nuovo quadro per gli aiuti di Stato per incentivi ai privati che investono in progetti relativi alla produzione di batterie e altri componenti chiave per veicoli elettrici, connessi e automatizzati.
Urso: "Questi sono mesi decisivi"
In attesa che siano i 27 paesi membri a esprimersi sulle decisioni di Bruxelles, dal fronte italiano il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sembra compiaciuto del fatto che Commissione abbia rimosso “la trappola delle multe e ad anticipare la revisione del regolamento Co2”. Secondo Urso occorre “da subito” far fronte comune per superare “la follia” del Green Deal, perché questi “sono mesi decisivi", ha aggiunto. Pugno duro da parte del vicepremier Matteo Salvini, che invita l’Europa a non temere i dazi, ma “l'idiozia di alcuni” dai quali è guidata. Anche le voci che arrivano direttamente dal settore di riferimento non sembrano prendere bene la posizione della Commissione europea. L’esecutivo comunitario mostrerebbe “un accanimento terapeutico” nei confronti dei veicoli elettrici “nonostante gli evidenti segnali di scarso appeal che emergono dal mercato reale e i drammatici effetti su industria e lavoro già manifestatisi" sostiene il presidente di Federauto, Massimo Artusi. Lato sindacati, la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, ribatte insistendo sul fatto che gli investimenti per le batterie non sarebbero sufficienti.