In attesa di un nuovo stop degli invii (invocato a gran voce dall’opposizione, ma anche da parte della maggioranza) e della possibile riedizione della rottamazione e del meccanismo del saldo e stralcio (col favore del governo), in questi giorni si rimette in moto la macchina del Fisco che suscita più timori nei contribuenti: quella che presiede all’invio delle cartelle esattoriali, con annessi e connessi, degli avvisi di accertamento e di tutti gli altri atti e comunicazioni firmati da Agenzia delle Entrate e dalla Riscossione. In ballo da oggi alla fine dell’anno ci sono circa 50 milioni di notifiche che derivano in larghissima misura dalla quota accumulata (35 milioni di atti) nel 2020 per il fermo dovuto alla pandemia, alla quale si aggiungeranno quelle in programma da quest’anno.
È verosimile, però, che mentre governo, maggioranza e opposizione mettono a punto la soluzione legislativa più contingente (un nuovo rinvio del blocco) o più strutturale (rottamazione), il fisco si muoverà con grande gradualità e senza rincorse. "Nel corso del 2020 – spiega il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini – il legislatore ha consentito ad Agenzia delle entrate e ad Agenzia delle entrate-Riscossione di sospendere l’invio di tutti gli atti da inviare a cittadini e imprese. A oggi la legge prevede che entrambe debbano riprendere le proprie attività a partire dal 1° gennaio. Si tratta di diverse decine di milioni di atti che dovranno essere inviati tra gennaio e dicembre 2021. In entrambe le Agenzie ci stiamo organizzando per diluire il più possibile l’invio degli atti nel corso dell’anno, ma si tratta comunque di volumi davvero straordinari".
Insomma, il problema esiste, eccome. Da qui la richiesta esplicita dell’opposizione di un ulteriore slittamento degli invii. "La maggioranza ha due opzioni – spiega la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Maria Stella Gelmini –: fare un decreto ad hoc per sanare questa delicata situazione, oppure votare i nostri emendamenti al decreto milleproroghe". La Lega si spinge oltre con Matteo Salvini: "Ci sono 30 milioni di cartelle esattoriali di piccolo importo, che rischiano di arrivare a casa di milioni di famiglie di italiani, sarebbe il modo peggiore di cominciare l’anno. Le proposte della Lega sono concrete e sono già depositate in Parlamento: pace fiscale, rottamazione a lungo termine e saldo e stralcio".
Il governo e la maggioranza, in realtà, puntano a una nuova edizione della rottamazione ma anche al saldo e stralcio. "Penso che serva una rottamazione ‘quater’ per gli anni dal 2016 al 2019 per dare respiro a quei contribuenti con morosità incolpevoli – ha puntualizzato il viceministro dell’Economia Laura Castelli (M5s) –. Un nuovo saldo e stralcio potrebbe evitare la notifica di milioni di cartelle".
Comunque, in attesa delle soluzioni che saranno adottate per le cartelle in partenza, ci si può ugualmente tutelare ricorrendo alle regole attuali. C’è la possibilità di rateizzare le cartelle, di qualsiasi importo, concessa a tutti coloro che si trovano in difficoltà economica e non possono versare quanto dovuto in un’unica soluzione. C’è ugualmente la possibilità di saltare fino a 10 rate (anziché le 5 ordinariamente previste) prima della decadenza dalla dilazione. Per debiti fino a 100 mila euro basta una semplice domanda con l’ammissione automatica alla dilazione ordinaria fino a 6 anni (72 rate). E anche i decaduti possono essere riammessi senza versamento arretrati. Stessa possibilità anche per i decaduti dalle rottamazioni degli anni scorsi che possono rateizzare le somme ancora dovute.
La partita delle cartelle non va confusa, però, con quella delle imposte non pagate nel 2020: quest’ultima rientra nell’ambito delle decisioni che il governo dovrà prendere sulla definitiva cancellazione in parte o in tutti, a seconda dei casi, delle tasse sospese nel corso dell’anno.