Roma, 13 dicembre 2023 – C’è il rischio che i contribuenti debbano fare un pagamento extra per l’Imu. Questo perché alcuni Comuni non hanno fissato ancora le aliquote. La manovra concede una proroga ai Comuni, fino al 15 gennaio.
Le scadenze dei pagamenti Imu
Ma il 18 dicembre scade il termine ultimo per il pagamento. Quindi se i comuni fisseranno aliquote più alte (rispetto a quelle in vigore al momento del pagamento) c’è il rischio che i contribuenti debbano poi versare la differenza oppure incassare un rimborso se le aliquote saranno inferiori a quelle in vigore. Ma cerchiamo di capire bene cosa sta succedendo.
La deroga ai Comuni
I Comuni avranno infatti più tempo per fissare le aliquote Imu per il 2023. Lo prevede uno degli emendamenti dei relatori alla manovra. Solo per il 2023, in deroga alla normativa vigente, le delibere regolamentari e di approvazione delle aliquote e delle tariffe “sono tempestive – si legge – se inserite nel portale del federalismo fiscale entro il 30 novembre 2023”.
Le nuove scadenze
Di conseguenza, il termine per la pubblicazione delle delibere, ai fini dell'acquisizione della loro efficacia, è fissato al 15 gennaio 2024. La norma, che rimanda quindi le scadenze del 14 e 28 ottobre, ha un impatto sui cittadini, chiamati a versare la seconda rata dell'Imu entro il 18 dicembre.
Il rischio versamento extra
Se le nuove aliquote comporteranno una differenza positiva, i contribuenti saranno chiamati a versare la differenza entro il 29 febbraio 2024 (senza sanzioni e interessi). Nel caso di una differenza negativa, il rimborso è invece "dovuto secondo le regole ordinarie”, si legge nell’emendamento.
Attenzione al rimborso
E bisogna appunto fare attenzione in questo secondo caso. Perché il rimborso Imu non è previsto in “modo automatico” dai Comuni ma bisogna fare domanda. Quindi parlando di “regole ordinarie” occorrerà che i contribuenti facciano attenzione se i Comuni, che non le hanno ancora fissate, abbasseranno (improbabile ma non impossibile) le aliquote e a questo punto fare domanda per il rimborso. A meno che i “Comuni ritardatari” non adottino meccanismi automatici di restituzione (il che sarebbe auspicabile visto che la differenza del versamento non sarebbe attribuibile a un errore o a un svista del contribuente).