Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ECONOMIA

Imu 2024, scade oggi la prima rata. Si paga anche per un immobile inagibile? I chiarimenti di Confedilizia

Il presidente dell’associazione proprietari case, Spaziani Testa: “Chiediamo al governo una graduale riduzione di questa imposta nemica del risparmio”. A quanto ammonta il gettito dal 2012

Imu 2024: scade oggi 17 giugno 2024 la prima rata

Imu 2024: scade oggi 17 giugno 2024 la prima rata

Roma, 17 giugno 2024 – Imu 2024: oggi la scadenza per il pagamento della prima rata. E Confedilizia – l’associazione di proprietari di case - ne approfitta per fare il punto sull’imposta sugli immobili in vigore dal 2012 e per avanzare alcune richieste al governo. 

Imu 2024, i numeri

Il gettito annuale dell’Imu è attualmente di circa 22 miliardi di euro annui. Il 17 giugno (cadendo il 16 di domenica) deve essere versata la metà dell’importo dovuto: circa 11 miliardi di euro. Nel 2024, considerando anche la seconda rata da pagare il 16 dicembre, il peso dell’Imu raggiungerà - dal 2012, anno della sua istituzione con la manovra Monti - la cifra di quasi 300 miliardi di euro. 

Si deve pagare l’Imu per un immobile inagibile?

Sì, l’lmu è dovuta anche per gli immobili inagibili e inabitabili, sia pure con base imponibile ridotta alla metà. Eliminare - simbolicamente - questa forma di tassazione particolarmente odiosa costerebbe poco più di 50 milioni di euro. Tra il 2011 e il 2022, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono più che raddoppiati, passando da 278.121 a 610.085 (+119 per cento). Si tratta di immobili, appartenenti per il 90% a persone fisiche, che raggiungono condizioni di fatiscenza per il semplice trascorrere del tempo o, addirittura, per effetto di atti concreti dei proprietari finalizzati ad evitare almeno il pagamento dell’Imu.

Le parole di Spaziani Testa

“L’Imu, come tutte le patrimoniali, è un’imposta progressivamente espropriativa dei beni che colpisce - afferma il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa -. Il fatto che questi beni siano gli immobili, vale a dire la tradizionale forma di investimento degli italiani, rende particolarmente pesante l’impatto del tributo, anche sul piano sociale. Chiediamo al Governo di avviare una graduale riduzione di questa imposta nemica del risparmio e della crescita. Le nostre proposte sono sul tavolo da tempo. Si potrebbe iniziare eliminando l’Imu sulle case date in affitto con i contratti ‘a canone concordato’, per estendere l’offerta abitativa, e sugli immobili dei piccoli centri, per agevolare la rinascita di borghi e aree interne. Si scelgano delle priorità, ma occorre iniziare”.