Domenica 6 Ottobre 2024
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Reddito delle famiglie: come vanno i dati dopo il Covid

Tasche degli italiani più leggere in sei regioni su venti e in 18 province su 107. Milano al top con 33.317 euro a testa nel 2021, Enna fanalino di coda

Tabella reddito delle famiglie

Tabella reddito delle famiglie

Roma, 14 Dicembre 2022 - In molte aree d'Italia il reddito disponibile delle famiglie non ha ancora recuperato la situazione che si registrava nel periodo precedente all'emergenza sanitaria. Nel dettaglio, infatti, emerge che in sei regioni su venti l’ammontare del reddito disponibile delle famiglie italiane non ha ancora recuperato nel 2021 i valori pre-Covid.

Capacità di spesa: al Sud il reddito è del 25% in meno rispetto alla media degli italiani

Tutte le macro aree hanno superato i livelli di reddito disponibile pro capite antecedente alla crisi pandemica, ma con diverse velocità. In particolare, il Nord-Est registra la crescita più bassa (+0,4% rispetto alla media nazionale dell’1,5%), il Centro Italia segna un +2,9% con una Italia nord-occidentale che rileva un incremento del +1,6% e il Mezzogiorno che aumenta dell’1,2%. Nonostante una variazione sostanzialmente allineata alla media italiana, nel 2021 il reddito disponibile pro capite meridionale è ancora di circa il 25% inferiore al dato medio italiano, pur facendo registrare un lieve miglioramento (0,3 punti) rispetto al livello del 2019.

La situazione nelle regioni

A fronte di un aumento complessivo a livello nazionale dell’1,5% tra il 2019 e il 2021, a ritrovarsi ancora con una perdita rispetto al 2019 sono in particolare le famiglie di Valle d'Aosta (-3,9%), Abruzzo (-2,2%), Molise (-1,5%), Trentino Alto Adige (-1,5%), Marche (-1,4%) e Piemonte (-0,2%). Mentre a livello provinciale il reddito disponibile delle famiglie diminuisce di più a Venezia (-5,1%), Rimini (-4,5%), Fermo (-4,5%), L'Aquila (-4,5%) e nuovamente Aosta (-3,9%). Sul lato opposto, invece, a poter contare su aumenti più elevati di reddito per le famiglie sono il Lazio (+5,0%), la Lombardia (+2,7%), la Sicilia (+2,7%), l’Umbria (+2,4%) e, a pari merito, la Campania e il Friuli-Venezia Giulia (+1,9%).

La situazione nelle province

Quanto alle province, gli incrementi più alti si registrano soprattutto a Rieti (+9,8%), Latina (+9,0%), Caserta (+7,9%), Viterbo (+7,5%) e Grosseto (+7,4%). Passando ad esaminare il reddito pro-capite, è Milano a guidare la classifica nel 2021: con 33.317 euro a testa i cittadini meneghini mostrano una disponibilità di portafoglio superiore del 68,6% a quella della media degli italiani. Mentre Enna è la provincia meno ricca d’Italia. Rispetto al 2019, 18 province non hanno recuperato i livelli di reddito pro capite. È quanto evidenzia un’analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sulle stime 2021 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici (somma dei redditi da lavoro, da capitale/impresa, da prestazioni sociali e trasferimenti, al netto di imposte e contributi), una misura della capacità di spesa della popolazione residente in Italia.

Il presidente di Unioncamere Andrea Prete commentando i risultati dell'indagine ha detto: “Questi dati dimostrano che le famiglie sono state meno colpite delle imprese dalla crisi pandemica anche grazie alle politiche di sostegno attivo messe in campo dai diversi governi, registrando un aumento a valori correnti dell’1,5% del reddito disponibile familiare a fronte di un calo dello 0,8% del Prodotto Interno Lordo (PIL) nel Paese tra il 2021 e il 2019”. A preoccupare gli analisti è comunque la situazione che si registra nel sud del Paese e in proposito il prediente di Unioncamere Andrea Prete ha aggiunto: “Preoccupa però la situazione del Mezzogiorno che vede ben 22 province con un reddito disponibile pro-capite nel 2021 inferiore di oltre il 25% alla media nazionale”.