Domenica 22 Dicembre 2024

Nuovi satelliti made in Italy: parte la sfida spaziale targata Sitael

SONO PREVISTI oltre 2 miliardi di investimenti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per attuare i programmi spaziali. E fra i progetti c’è una futura costellazione satellitare tutta italiana per l’osservazione della Terra, destinata ad essere la più importante in Europa: si chiamerà Iride, come la messaggera degli dei. A costruire i satelliti potrebbe essere candidata un’azienda-gioiello del nostro Paese: Sitael. La realizzazione è prevista entro cinque anni, con il supporto dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi). "Italiana (Asi). "Vorremo capitalizzare gli investimenti dell’azienda e quelli di Agenzia Spaziale Italiana e del governo, per la costruzione di satelliti da 300 chilogrammi, equipaggiati da strumenti in grado di osservare la Terra come la strumentazione ottica ad alta risoluzione, il sensore iperspettrale e il radar ad apertura sintetica", annuncia Chiara Pertosa, 42 anni, Ceo di Sitael, la più grande impresa a capitale interamente privato in Italia operante nel settore spazio. Sitael fa capo al Gruppo Angel, fondato dal cavaliere del lavoro Vito Pertosa, con tre rami industriali: Ferroviario, dove è leader con la società Mermec, Meccatronica Digitale, e, appunto, Aerospazio.

Il quartier generale di Sitael è a Mola di Bari, ma è presente anche a Milano, Torino, Treviso, Pisa, Forlì, con oltre 300 unità nella business unit. Partner di riferimento in oltre 30 programmi spaziali internazionali, è stata l’unica impresa italiana a partecipare alla missione Mars Science Laboratory della Nasa, che ha visto atterrare su Marte il rover Curiosity. È a bordo delle principali missioni dell’Esa e dell’Asi e lavora con Virgin Orbit. "L’innovazione è il nostro mantra. Siamo alla frontiera per molte applicazioni tecnologiche, software e hardware. Abbiamo investito molto per essere al pari dei nostri competitor internazionali" chiarisce Chiara Pertosa.

Dove realizzerete i satelliti?

"Nella nostra ‘fabbrica dei satelliti’ che abbiamo inaugurato l’anno scorso a Mola di Bari. Qui abbiamo realizzato una ‘camera pulita’ che, a regime, misurerà 1.200 metri quadrati. L’annesso test center permette di qualificarli per il volo spaziale a chilometro zero. I laboratori per le prove di vibrazione, termovuoto ed elettromagnetiche sono nello stesso edificio. C’è anche la ‘camera anecoica’, un laboratorio completamente schermato, insonorizzato ed isolato dalle interferenze radio e consente di svolgere prove di compatibilità elettromagnetica su interi satelliti e su singoli apparati elettronici spaziali".

Quali sono le applicazioni concrete dall’analisi dei dati satellitari?

"Le ricadute sull’economia sono enormi. Attraverso le informazioni ottenute dalla mappatura della Terra, si svilupperanno nuovi modelli di business. Le immagini satellitari sono fondamentali ad esempio per l’agricoltura di precisione. Il sensore iperspettrale infatti individua le caratteristiche biochimiche e biofisiche del terreno, rilevando la composizione, le piante malate, se la terra ha bisogno di essere concimata, il tasso di umidità. Ne deriva un uso più sostenibile dell’acqua, irrigando solo dove serve ed evitando gli sprechi di una risorsa tanto preziosa. L’utilizzo dei dati satellitari ottimizzano gli interventi in campo e rendono più sostenibile, dal punto di vista economico, l’agricoltura. Ad esempio, nei vigneti sono in grado di monitorare il vigore delle colture generando mappe di immediata interpretazione per la vendemmia. I satelliti servono anche a monitorare la qualità dell’aria: in merito, per la fine del 2024 o il 2025, volerà un nostro satellite che avrà a bordo un sensore realizzato dalla Nasa per la rilevazione del particolato. La futura costellazione di satelliti supporterà, fra le altre cose, anche la Protezione Civile per contrastare il dissesto idrogeologico e gli incendi, tutelare le coste. E le amministrazioni, ad esempio si potrà aggiornare il catasto. Sarà possibile monitorare lo stato dei ghiacciai, individuando quelli a rischio attraverso l’impiego dell’intelligenza artificiale con l’obiettivo di evitare tragedie come alla Marmolada. E ci sarà un vantaggio strategico europeo: a fornire immagini su una zona del mondo – pensiamo a un teatro di guerra - sarà una tecnologia del nostro continente, non satelliti di altri Paesi".

Quanto vale per il gruppo il comparto dello spazio?

"La space economy è driver di crescita e vogliamo ‘imbarcare’ anche nuove risorse. Nel 2022 abbiamo aperto svariate decine di nuove posizioni, anche per Milano. Collaboriamo con distretti tecnologici aerospaziali, il Politecnico di Milano, di Torino e Bari, l’università di Pisa e gli Its, gli istituti tecnici superiori: il nostro impegno è trattenere i cervelli in questo Paese".

E sulla partita della parità di genere?

"Per noi non è un generico proclama, crediamo davvero che le donne possano dare una marcia in più. Sitael non ha solo Ceo donna, per esempio anche il top management delle risorse umane e della direzione commerciale è femminile e vogliamo ancora incrementare".