Martedì 5 Novembre 2024

"Nella fabbrica 4.0 il vero faro resta la bellezza Come 72 anni fa"

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CENTOVENTI PASSAGGI E 14 ore di lavoro: si realizza così la calzatura perfetta, oggi come settantadue anni fa, quando Sergio Rossi da San Mauro Pascoli, figlio di un calzolaio, apriva il suo primo laboratorio a pochi passi dalla bottega di famiglia. La storia continua: anche ai tempi della fabbrica 4.0, innervata da sistemi di intelligenza artificiale in grado di prevedere le vendite e gestire i magazzini, la sfida più grande resta la bellezza. Bellezza è toccare una scarpa artigianale, sentire l’odore della pelle, immaginare le mani sapienti che l’hanno plasmata, forgiata con cura. Ed è il termine che Riccardo Sciutto (foto), dal 2016 amministratore delegato del brand Sergio Rossi, usa più spesso, specie se coniugato a innovazione, capacità di stare al passo coi tempi e guardare, con coraggio, agli anni a venire.

"La bellezza è il nostro faro, la motivazione che ci ha spinto ad andare avanti e a fare del nostro meglio, anche negli ultimi tre anni. È stato un periodo complesso e sfidante per l’intero settore della moda e del lusso, dal quale, tuttavia, siamo usciti rafforzati", esordisce l’ad, approdato a Sergio Rossi dopo cinque anni passati al gruppo Tod’s, nel ruolo di direttore generale del marchio Hogan. "I timori sono iniziati nel 2019, quando sono esplose le proteste sociali in Francia e a Hong Kong, due dei nostri mercati di riferimento", ricorda Sciutto. "Temevamo che i disordini potessero degenerare e contagiare l’intero tessuto sociale, dunque abbiamo usato maggior prudenza nelle previsioni. Di lì a poco, a gennaio 2020, ci siamo resi conto che il mercato cinese era come paralizzato: la sensazione era che qualcosa di enorme e impensabile stesse per accadere. Il resto è storia nota". Il Covid e i ripetuti lockdown si sono abbattuti come uno tsunami su un comparto, quello delle calzature di lusso, che per sua natura vive di grandi eventi, tappeti rossi e riflettori puntati. Lontano anni luce, insomma, dalle anguste cucine e dai terrazzi domestici in cui buona parte dell’umanità ha atteso l’ormai famigerata primavera pandemica.

"La nostra preoccupazione principale è stata mettere in sicurezza la fabbrica di San Mauro Pascoli, che produce ogni giorno mille paia di scarpe fatte a mano - anche per conto di altri brand - e tutelare le persone", prosegue Sciutto. "A distanza di quasi tre anni, posso dire che ci siamo riusciti: dal 2021 abbiamo una nuova proprietà (il gruppo Lanvin, di cui fanno parte, tra l’altro, l’omonima maison francese e il marchio austriaco di lingerie e collant Wolford, ndr) e abbiamo attratto altri investitori. A dicembre 2022, Lanvin Group ha debuttato in Borsa. Malgrado l’impatto delle restrizioni in Cina e l’incertezza che domina tuttora quel mercato, siamo cresciuti a doppia cifra e abbiamo trattenuto i nostri talenti in azienda. Certo, non è mancato qualche sacrificio: siamo stati costretti a chiudere alcune boutique in aree meno strategiche e a rinviare almeno quattro nuove aperture in Asia. Ma restiamo fiduciosi: quando la Cina ripartirà (secondo le previsioni, dal secondo trimestre 2023), ci faremo trovare pronti".

Tra gli obiettivi del nuovo anno rientra anche il ritorno sul mercato statunitense, soppiantato negli ultimi anni da Cina e Giappone (qui, in particolare, Sergio Rossi condivide la leadership del mercato con Christian Dior): "l’11 febbraio, in occasione della settimana della moda newyorkese, sfileremo in passerella con Area, brand giovane e audace con cui abbiamo lanciato una serie di calzature in edizione limitata", precisa l’ad.

Dal 2020 Riccardo Sciutto è presidente del Cercal, la scuola internazionale di calzature con sede a San Mauro Pascoli. "È un onore guidare la scuola che ha avuto in Sergio Rossi uno dei fondatori", dichiara. "Il Cercal è una fucina di talenti da cui noi stessi, in azienda, attingiamo a piene mani. Ed è un punto di riferimento per le imprese del distretto: nei prossimi anni avremo bisogno di almeno 300mila persone che siano in grado di progettare e realizzare una scarpa". La priorità, dunque, è evitare che maestria e competenze antiche vadano disperse: "San Mauro è uno dei migliori esempi di quella capacità, caratteristica degli emiliano-romagnoli, di fare sistema. Qui tutti lavorano, direttamente o indirettamente, per la scarpa: il microclima di territorio è irripetibile, al punto che i francesi vengono da noi a produrre le loro calzature. Possediamo un tesoro e ci impegneremo a difenderlo, non solo professionalmente, ma anche umanamente".

A proposito di patrimonio e dell’importanza di preservarlo – in inglese si chiama ‘heritage’, letteralmente ‘eredità’ – il quartier generale di San Mauro custodisce un archivio sterminato: oltre 7mila modelli iconici, creati dal patron Sergio Rossi (vittima egli stesso del Covid nel 2020) in quasi settant’anni di carriera. "Ai giovani del nostro ufficio stile ripeto spesso: ‘Andate nell’archivio storico e prendete in mano quello che ha fatto Sergio’", spiega Sciutto, "le sue creazioni, soprattutto quelle del ‘periodo d’oro’ – dal 1991 al 2000, anni in cui hanno visto la luce collezioni celebri come Sr1 e SrTwenty, ndr – riescono ancora a emozionarci e ispirarci. Io sono solo il garante di questo patrimonio: il mio compito, oggi, è traghettare questa immensa eredità nel futuro e farla conoscere al mondo".