Roma, 5 settembre 2024 – Investire il proprio denaro è una pratica che risente necessariamente delle esigenze dell’investitore stesso, con ogni soggetto che sceglierà la soluzione più adatta al proprio caso. Le opzioni non mancano, visto che si può decidere di impegnare dei soldi sugli immobili, così come su altri strumenti come i Btp (Buono del tesoro poliennale) o i Fondi pensione. Si tratta di investimenti molto diversi tra di loro che, comunque, offrono tutti un rendimento nel lungo periodo. Vediamo allora quale potrebbe essere la situazione più conveniente.
L’investimento in immobili
Tra le forme d’investimento preferite dalla maggioranza degli italiani ci sono sempre gli immobili. Il mattone, infatti, garantisce una rendita quasi certa che può andare a integrare in maniera corposa lo stipendio di un soggetto nel lungo periodo. Secondo MoneyFarm, nel 2023 l’investimento in immobili è cresciuto del 28 per cento su base annuale, nonostante il generale calo delle compravendite.
A spingere verso questa tipologia di investimento sono i vantaggi collegati, quali la possibilità che i beni acquistati rientrino in automatico nell’asse ereditario e la rivalutazione degli affitti e dei prezzi di vendita con l’inflazione.
Si tratta, tuttavia, di un investimento che ha dei contro, tutti dati dalla scarsa liquidità e flessibilità della scelta rispetto ad altri strumenti finanziari, dalla necessità di un capitale iniziale dell’investitore abbastanza alto e dai rischi di gestione nel lungo periodo.
Quanto al rendimento di un investimento immobiliare, MoneyFarm riferisce di un valore netto medio in Italia pari al 3,1 per cento. A influire, naturalmente, è anche la città dove è ubicato l’immobile. Nei casi di Roma e Milano, ad esempio, il costo d’acquisto maggiore tende a ridurre la percentuale di rendimento che, infatti, scende rispettivamente al 2,9 e al 2,7 per cento.
Investire in Btp e Fondi pensione
Diverso da quello immobiliare è l’investimento in strumenti come i Btp e i Fondi pensione. Questi offrono dei vantaggi dati dalla loro gestione molto semplice cui si collega una maggiore liquidità e la possibilità di rendere progressivo l’investimento nel tempo. Anche dal punto di vista fiscale, questi strumenti risultano essere maggiormente agevolati rispetto al mattone. Quanto al rendimento, nel caso dei Btp può essere anche immediato, mentre nei Fondi pensione è necessario che l’investitore raggiunga l’età di pensionamento.
Il confronto tra gli investimenti
Dato per certo che ogni scelta di investimento dipende dalle esigenze del singolo investitore, è possibile comunque fare un confronto generico sulle possibilità viste in precedenza.
La redditività di un investimento in Btp o sul mattone, ad esempio, dipende molto nel lungo periodo dall’andamento dell’inflazione. Se i canoni d’affitto di un immobile vengono adeguati al 100 per cento all’inflazione, questo investimento potrebbe essere maggiore rispetto al rendimento del Btp dopo dieci anni. Tutto dipende anche dalla città in cui l’immobile è collocato e dal prezzo d’acquisto.
Paragonando, invece, l’investimento nei Fondi pensione e quello nel mattone a parità di capitale investito, non è così semplice stabilire quale sia il più conveniente. Molto dipenderà dalla linea di rischio scelta per il fondo. Con una rivalutazione al 75 per cento all’inflazione dei canoni d’affitto di un immobile, dice MoneyFarm, un fondo pensione dal basso profilo di rischio potrebbe generare un rendimento simile a quello dell’immobile a 40 anni. In presenza di un rischio alto, invece, il rendimento del fondo pensione potrebbe andare molto più su rispetto all’immobiliare.