Disco verde del Senato per il ddl sulla carne coltivata che ota passa all’esame della Camera: in 7 articoli introduce il divieto di produzione e immissione sul mercato di alimenti, bevande e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati. Alla base del provvedimento il principio di precauzione. Proposto dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, insieme al ministro della Salute, Orazio Schillaci, il provvedimento decreta al contempo il divieto dell’utilizzo della denominazione ‘carne’ per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Così¬ come vietato l’utilizzo di terminologie, dalla bresaola alla bistecca, specifiche della macelleria, della salumeria o della pescheria.
Arriva dunque un freno al cosiddetto ‘meat sounding’ e si intende avviare una operazione trasparenza per acquisti consapevoli. Per gli operatori del settore alimentare e del comparto mangimi che violino questi divieti è prevista, oltre alla confisca della mercanzia, una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 10mila euro fino ad un massimo di 60mila euro o del 10 per cento del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio quando tale importo è superiore a 60mila euro. La sanzione massima non può superare comunque l’importo di 150mila euro.