«Il sistema elettrico sta cambiando drasticamente. Dieci anni fa dovevamo trasportare energia immessa in rete da 800 punti di produzione, oggi sono più di 800mila e andiamo verso il milione. Serve, quindi, una rete sempre più ‘intelligente’ e flessibile per rilevare, elaborare e interpretare una crescente mole di dati». Luigi Ferraris (nella foto grande a destra), dal maggio del 2017 alla guida di Terna, si mostra pronto ad affrontare le sfide di questa complessa fase di transizione energetica con un Piano Strategico che prevede, nei prossimi 5 anni, investimenti per 6,2 miliardi di euro sulla rete elettrica nazionale. «Un importo che – sottolinea l’ad – rappresenta per la società l’impegno economico più alto di sempre per lo sviluppo del Paese».
Qual è il ruolo svolto da Terna nell’attuale processo di transizione energetica?
«Terna ha individuato alcune linee di intervento per affrontare le sfide derivanti dalla transizione energetica. Tra queste, un sempre maggiore impegno per rendere la rete elettrica più solida e ridurre le congestioni; la necessità di sviluppare capacità di accumulo e investimenti in innovazione e digitalizzazione».
Rimanendo nell’ambito nazionale, tra i progetti necessari ad affrontare il phase-out dal carbone al 2025, risulta centrale il collegamento elettrico triterminale Continente-Sicilia-Sardegna. A che punto è?
«Il collegamento Continente-Sicilia-Sardegna è un’opera prioritaria per Terna ed è stata inserita nel Piano di Sviluppo 2018. Sono stati avviati contatti con le Regioni per condividere il progetto che verrà, poi, avviato in autorizzazione».
Come si colloca l’Italia all’interno del sistema energetico europeo?
«La posizione geografica rende l’Italia un hub naturale del Mediterraneo e il nostro Paese può diventare il cuore europeo della trasmissione elettrica e del dispacciamento. Il ruolo di Terna sarà ancora più cruciale nell’assicurare la piena integrazione delle fonti rinnovabili garantendo sicurezza, efficienza e sostenibilità del sistema».
Con la recente inaugurazione dell’elettrodotto sottomarino Italia-Montenegro, salgono a 26 le linee di interconnessione con l’estero gestite da Terna. Qual è il valore strategico di tale opera?
«L’interconnessione Italia – Montenegro è un’eccellenza tecnologica che consentirà sia di importare sia di esportare energia, favorendo l’utilizzo di risorse più efficienti. Il collegamento è cruciale per l’integrazione dell’intera area balcanica nell’Unione Europea, attraverso l’Italia».
A Cepagatti ha parlato del progetto di un impianto solare nella stazione lato Montenegro. Può darci qualche dettaglio in più?
«È un impianto fotovoltaico con storage abbinato per l’alimentazione della stazione elettrica di Lastva, nel comune di Kotor. Un progetto innovativo e tecnologicamente avanzato che rafforza il ruolo di Terna a tutela dell’ambiente».
Dal suo punto di vista tale collaborazione agevolerà l’adesione del Montenegro all’Unione europea?
«Questa infrastruttura ha un forte valore strategico. L’interconnessione è un progetto di cui anche la Commissione Europea ha co-finanziato gli studi di fattibilità, considerando l’opera strategica per l’Unione energetica europea. L’energia è il primo passo per sviluppare investimenti e quest’opera rappresenta più di una semplice collaborazione tra Italia e Montenegro».
In programma ci sono ulteriori iniziative volte a rafforzare il ruolo dell’Italia come hub europeo e mediterraneo della trasmissione elettrica? Penso, ad esempio, alla Francia e al progetto di interconnessione Italia-Tunisia.
«Le interconnessioni con l’estero garantiscono sicurezza e sostengono la piena integrazione dei mercati europei dell’energia e dei servizi. Il collegamento Italia-Francia entrerà in esercizio entro la prima metà del prossimo anno. L’interconnessione sottomarina che unirà Italia e Tunisia è recentemente entrata in una fase operativa dopo la firma di un protocollo d’intesa tra Terna e Steg».© RIPRODUZIONE RISERVATA