MILANO
TUTTI intorno al Santone. Settecento concessionari da ogni angolo d’Italia hanno ascoltato a Milano il verbo di Gaetano Thorel, Ceo di PSA Italia. Il gruppo, che comprende (Peugeot, Citroen, Opel e Ds) ha ottenuto lusinghieri risultati di bilancio nel primo semestre del 2019. E il manager dalle grandi visioni (arrivato in PSA nel gennaio 2017) vuole cavalcare l’onda del successo e raccontare ai concessionari quale sarà il loro nuovo ruolo in un mercato che sta per subire una rivoluzione epocale.
Thorel, partiamo dai dati di PSA che vanno in controtendenza rispetto al mercato.
«Il fatturato di PSA mondo è stabile con oltre 38 miliardi ma il margine operativo corrente è salito all’8,7% (contro il +5,9% del 2017 e il 7,8% del 2018). E il cash flow è di 2,287 miliardi. Vuol dire che questa azienda compra bene, produce a bassi costi e propone modelli ad alta reddività».
Ci sono pesanti cali di vendita in Cina e America Latina, ma l’Europa resta una roccaforte.
«Sì qui abbiamo segnato un +0,3 per cento, pari a 1.678.126 veicoli e l’Italia è il Paese che cresce di più in Europa. Nei primi sei mesi del 2019 le immatricolazioni sono salite del 4,2% contro il -2,7% del mercato e la quota PSA è oltre il 16 per cento. Siamo secondi dopo FCA e con un risultato straordinario nei commerciali (19,6% di quota), garantito in particolare dal marchio Opel da poco acquisito. Tutti i nostri brand crescono (6% Peugeot, 5% Citroen, 5,5% Opel, 0,2 Ds),a testimonianza di buone politiche aziendali».
Quali modelli trainano la locomotiva?
«Citroen C3 è al primo posto con 24 mila immatricolazioni e la gamma dei Suv, Peugeot e Opel, propone un’offerta così ampia e allettante che rappresenta il 43% del mix di vendite».
Cosa ha raccontato ai dealers convocati a Milano?
«Ho riassunto loro la filosofia PSA del ‘Push to Pass’, che esprime la nostra volontà di diventare il gruppo numero uno nella soddisfazione del cliente. E poi ha parlato della transizione energetica verso l’elettrico che ha motivi etici, finanziari (perché ci permetterà di evitare multe e sanzioni) e di immagine del gruppo».
Qual è il piano PSA per l’elettrificazione?
«La nostra strada è ben delineata e non contempla l’ibrido in stile Toyota nè il mild hybrid che oggi va tanto di moda. Se vogliamo stare sotto il tetto dei 95 grammi di emissioni di Co2, c’è una sola strada: fare auto alimentate alla spina, cioè Bev (elettriche pure) e Phev (ibride con ricarica). Entro il 2020 produrremo 7 modelli a impatto zero e 8 Phev. La chiave per partire sono le piattaforme multienergy, che consentono di produrre sia auto con motori termici che vetture elettriche. Entro il 2025, poi, tutte le vetture del Gruppo PSA avranno una versione elettrificata. Proprio per questo ci stiamo attrezzando affinchè anche la nostra rete interna sia pronta per raccogliere questa sfida».
Da dove comincia la sfida del futuro?
«La lanceremo subito con Ds3 Crossback e-Tense, Opel Corsa-e e Peugeot e-208. Saranno le versioni elettriche di tre auto di segmento B, cruciali per spingere i nostri clienti verso il domani».
E il ruolo dei concessionari?
«Sarà fondamentale. Entro il dicembre 2020 tutti saranno attrezzati con colonnine di ricarica per spiegare il nuovo modo di guidare ai potenziali clienti, per assisterli in questa esperienza».
Ci sarà una rivoluzione anche nella vendita?
«E’ necessaria, ce lo impongono i tempi e le ristrettezze conomiche. Non si parlerà più di prezzi di listino. Per Peugeot 208, nelle sue varie motorizzazioni, proporremo un primo canone di 5900 euro e poi una formula di noleggio per 48 mesi con prezzi che vanno da 289 del benzina ai 349 dell’elettico e ai 309 del diesel. Grazie alla minor spesa in termini di carburante e agli incentivi statali, il prezzo dell’elettrico sarà comparabile a quello delle altre vetture».
Per i dealers una vera rivoluzione...
«Dovranno diventare, anche e soprattutto, dei fornitori di servizi per il cliente. PSA garantirà a chi acquista un’auto elettrica l’installazione, chiavi in mano, della colonnina di ricarica nel box di casa, ma anche la possibilità di utilizzare, per un periodo di due settimane all’anno, un’auto diesel o benzina per percorrere lunghe distanze. E con la formula dei 48 mesi le auto elettriche avranno un secondo ciclo di vita: toccherà sempre ai concessionari ricollocare in modo profittevole questo usato ancora di alto valore. Il futuro è già qui e noi saremo capaci di affrontarlo».