di Antonio Troise
L’avvio della riforma fiscale partendo dalle aliquote più basse. Un osservatorio del governo per difendere il potere di acquisto delle famiglie. E, poi, una mappa della spesa delle pensioni, per salvaguardare i trattamenti futuri. E, infine, il grande tema della natalità, con fringe benefit strutturali e sconti fiscali per favorire le famiglie che decidono di avere figli. E’ molto fitto il menu preparato dalla premier, Giorgia Meloni, per gli incontro a Palazzo Chigi con le parti sociali. Un confronto a tutto campo per "impostare il lavoro" su riforme istituzionali, delega fiscale, inflazione, pensioni, sicurezza sul lavoro e produttività.
L’obiettivo è poi l’avvio o la prosecuzione di tavoli specifici con i ministeri interessati. La premier ha prima incontrato i sindacati e, subito dopo, i rappresentanti del mondo imprenditoriale. Con un appello ben preciso: scegliere insieme gli interventi più urgenti dal momento che le risorse a disposizione sono poche. Ma, per ora, dalla Cigl, è arrivato una bocciatura: "Non ci sono risultati concreti, continueremo con le mobilitazioni". No anche all’ipotesi di allargare il confronto sul tema delle autonomie. Sotto i riflettori soprattutto il tema della riforma fiscale. La premier ha annunciato ai sindacati che intende "ampliare sensibilmente" il primo scaglione dell’Irpef, quello più basso, "per ricomprendervi molti più lavoratori". E poi di garantire la progressività del nuovo sistema fiscale con nuove deduzioni per i lavoratori, "tra le quali quella sui trasporti".
Al centro dei colloqui anche la grande questione del potere d’acquisto, eroso dall’impennata dell’inflazione. Meloni ha annunciato l’istituzione di un osservatorio governativo sui salari, i prezzi e il controllo dell’attuazione e degli effetti dei provvedimenti adottati. Un modo per vigilare sulla loro reale efficacia, come ad esempio, avrebbe dichiarato la premier, quello sulla riduzione dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia. Su un dato, però, la premier è stata lapidaria: "Quello del potere di acquisto è il tema più rilevante, dal quale si dipartono anche gli altri. Cercherò di essere presente in prima persona perché si possa sbrogliare insieme il bandolo di questa matassa".
Altro osservatorio, altro tema: quello della riforma delle pensioni. Il governo vuole muoversi con cautela, partendo proprio dall’organismo che ha l’obiettivo di "mappare" la spesa e valutare gli effetti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionali. Il primo tavolo sarà sugli anticipi pensionistici. Ma poi si proseguirà sugli altri nodi da sciogliere, a cominciare dai trattamenti previdenziali di chi comincia a lavorare oggi: "Bisogna disinnescare una possibile bomba sociale".
Il tutto, sempre nella strategia del governo, va poi inserito nell’ambito della lotta contro la denatalità. "Vogliamo rendere strutturale i fringe benefit e la detassazione del contributo del datore di lavoro per i lavoratori ai quali nasca un figlio – ha spiegato la premier - È inutile pensare a come ottimizzare il sistema previdenziale, se abbiamo sempre meno persone in età lavorativa". Per ora, insomma, quota 41, cavallo di battaglia della Lega, è rinviato a tempi migliori.