Lunedì 23 Dicembre 2024
ELENA COMELLI
Economia

Il Fondo Monetario promuove l’Italia "Meglio di Francia e Germania"

Stime riviste, il Pil salirà del 1,1%. Ma Bce e Bankitalia: "Crollano le richieste di credito delle aziende"

Il Fondo Monetario promuove l’Italia "Meglio di Francia e Germania"

di Elena Comelli

Il Fondo monetario internazionale ha alzato leggermente le stime di crescita globale per il 2023, ora valutata al 3%, e anche quelle dell’Italia, all’1,1%, ma le sfide persistenti smorzano le prospettive a medio termine. Nell’aggiornamento del World Economic Outlook, il Fondo conferma una crescita globale del 3% anche per l’anno prossimo, mentre il Pil italiano dovrebbe aumentare dello 0,9% nel 2024. Secondo le nuove stime del Fondo, il Pil tedesco si contrarrà nel 2023 dello 0,3% e nel 2024 crescerà dell’1,3%, l’economia francese crescerà dello 0,8% quest’anno e dell’1,3% il prossimo, mentre Eurolandia è prevista quest’anno in crescita dello 0,9% e nel prossimo dell’1,5%. Batte tutti la Spagna, che quest’anno crescerà del 2,5% e il prossimo del 2%. A favore della crescita del Pil italiano (ma anche di quello spagnolo) gioca la forte ripresa dei servizi e del turismo. "Le stime a rialzo del Fondo Monetario Internazionale sul Pil dell’Italia confermano l’efficacia della politica economica del governo e ci spronano ad andare avanti su questa strada e fare ancora meglio", ha commentato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

"Siamo sulla buona strada, ma non siamo fuori pericolo", ha ammonito invece il capo economista del Fmi Pierre-Olivier Gourinchas. "Le forze che hanno ostacolato la crescita nel 2022 persistono", ha rilevato Gourinchas, citando l’inflazione ancora elevata che sta erodendo il potere d’acquisto delle famiglie, i tassi d’interesse più elevati che hanno fatto lievitare il costo dei finanziamenti e l’accesso più ristretto al credito a seguito delle tensioni bancarie.

La stretta del credito è confermata dalla Bce, che domani si appresta a varare una nuovo aumento dei tassi di un quarto di punto, portando il costo del denaro al 4,25%. Nell’area dell’euro la richiesta di credito da parte delle aziende è crollata al minimo storico nel secondo trimestre, segnando un ribasso del 42% dopo il -38% del trimestre precedente. La domanda è scesa "ai minimi storici dall’inizio dell’indagine nel 2003", scrive la Bce nel Bank Lending Survey.

Lo conferma Bankitalia: le richieste di credito delle imprese hanno registrato "una nuova marcata riduzione, riflettendo sia l’aumento del livello generale dei tassi di interesse sia il calo degli investimenti fissi". Diminuita anche la domanda di credito delle famiglie per l’acquisto di abitazioni e per finalità di consumo.