Lunedì 16 Dicembre 2024
Elena Comelli
Economia

Ikea abbraccia l’economia circolare «Basta con i mobili usa e getta Possiamo dare loro una seconda vita»

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MILANO

QUANDO un gigante come Ikea, leader mondiale nel settore dell’arredamento, con un fatturato annuo di quasi 40 miliardi di euro, decide di rivoluzionare il suo modello economico in favore dell’economia circolare, è davvero il segno che i tempi stanno cambiando. Con il lancio anche in Italia dell’iniziativa ‘Dai una seconda vita ai tuoi mobili usati’, Ikea promuove una rivoluzione nell’industria dell’arredamento, per ora senza precedenti sul mercato.

«L’OBIETTIVO è limitare il più possibile il consumo assoluto di materie prime, non solo all’interno del ciclo produttivo, ma anche nel corso di tutta la vita dei mobili Ikea, incoraggiando i clienti a non usarli come prodotti usa e getta, ma come oggetti di valore da preservare nel tempo, da riparare e alla fine da riportare da noi, che possiamo rinfrescarli e rimetterli in circolo nel canale dell’usato oppure donarli a un’associazione no profit», spiega Alessandro Aquilio, responsabile della sostenibilità di Ikea Italia.

IL PROGETTO comprende il lancio di una sezione dedicata sul sito Ikea, dove i clienti potranno ricevere una valutazione del proprio mobile e seguire dei tutorial online per personalizzarlo e ripararlo, ma soprattutto permette ai clienti di riconsegnare un mobile ancora utilizzabile in cambio di un buono acquisto da spendere all’interno dei negozi Ikea. A partire da luglio, quindi, Ikea diventerà un punto di snodo tra coloro che vogliono rivendere o ricomprare un prodotto di seconda mano e chi invece vuole donargli una seconda vita, aggiustandolo o personalizzandolo per un nuovo ambiente o uso, ma anche per donarlo a chi può averne ancora bisogno.

«IL PROGRAMMA è già stato lanciato in Cina e in Spagna, con ottimo successo», aggiunge Aquilio, fiducioso di risvegliare anche in Italia l’interesse dei clienti sensibili all’ambiente. Già oggi il 70% dei materiali usati dal colosso dell’arredamento per produrre i suoi mobili sono rinnovabili o riciclati, ma l’obiettivo della strategia di sostenibilità ‘People and Planet Positive’ è di arrivare al 100% entro il 2030, mentre da qui al 2020 saranno banditi dai negozi e dai ristoranti Ikea tutti i prodotti monouso di plastica. Per il legno Ikea è già a buon punto: l’85% è certificato Fsc (Forest Stewardship Council) o riciclato e l’obiettivo del 100% sarà centrato già nel 2020.

UN ALTRO obiettivo importante della strategia di sostenibilità è il taglio del 50%, entro il 2020, dei rifiuti alimentari prodotti nei ristoranti, uno sforzo già in atto da un anno e mezzo, che ha permesso di salvare 1 miliardo e 300 milioni di tonnellate di cibo fino ad oggi. Sul fronte energetico, Ikea utilizza la generazione da fonti rinnovabili per soddisfare l’87% del riscaldamento e l’81% del fabbisogno di elettricità in tutta la sua catena manifatturiera, mentre i negozi sono già alimentati al 100% da rinnovabili.

«SUL FRONTE dell’energia verde l’Italia è fra i Paesi più avanzati del gruppo, perché già da un paio di mesi ha messo in vendita nei suoi negozi dei pannelli fotovoltaici con sistemi di accumulo, in collaborazione con la società brianzola Wölmann, specializzata nella progettazione e installazione di sistemi solari su misura», fa notare Aquilio.

MA IKEA non si ferma qui e cerca di avere un impatto positivo sui suoi clienti anche nelle piccole cose, attraverso la nuova campagna ‘Un mondo migliore inizia a casa’. L’obiettivo è ricordare quali sono le piccole cose che possiamo fare ogni giorno per segnare un cambiamento positivo e rispettare l’ambiente: ridurre le emissioni, risparmiare risorse preziose come acqua e gas, usare materie prime sostenibili, sfruttare fonti di energia rinnovabile, diminuire la produzione di rifiuti e dare nuova vita agli oggetti che ci circondano.

PER SOSTENERE la campagna saranno presenti all’interno dei negozi gli ‘ambasciatori della sostenibilità’ a disposizione dei visitatori, per dare consigli utili o per progettare nuovi spazi sostenibili.