Roma, 19 ottobre 2023 - In una sola settimana il prezzo del gas sui mercati internazionali ha subito un rialzo di circa il 40%, passando dai 38 euro al megawattora di venerdì 6 ottobre agli oltre 53 euro di venerdì 13 ottobre.
Un aumento che se traslato direttamente in bolletta attraverso un incremento delle tariffe, denuncia Assoutenti, "equivarrebbe per il gas sul mercato tutelato a un rincaro da 247 euro annui a famiglia (nell’ipotesi di prezzi costanti) portando così la bolletta del gas dagli attuali 1.327 euro a quota 1.574 euro". L'incubo del caro energia torna a bussare alle porte dei cittadini europei a seguito delle tensioni geopolitiche e dei conflitti in corso proprio quando sembrava che andassimo incontro a un inverno relativamente tranquillo dal punto di vista energetico.
I depositi di gas naturale, in Italia come nel resto d'Europa sono carichi di scorte per oltre il 90%. Le "ottobrate" da nord a sud hanno segnato temperature sopra le medie stagionali, lasciando presagire anche per l'anno in corso un'accensione posticipata del riscaldamento. Eppure, sembra di essere nella stessa situazione di un anno fa, quando all’indomani della guerra in Ucraina, la questione energetica ha dominato il dibattito pubblico per mesi. Ma alla fine, sembrava che il peggio ce lo fossimo lasciato alle spalle. Il gas che importavamo dalla Russia è stato in buona parte rimpiazzato da accordi con Paesi africani e mediorientali. Per sostituire la Russia ci siamo in gran parte affidati all'Algeria, da cui oggi ci arrivano oltre un terzo delle forniture di gas. Il governo di Algeri, si è schierato al fianco della Palestina condannando i "brutali attacchi aerei delle forze di occupazione sioniste nella Striscia di Gaza". "Le previsioni erano favorevoli per la discesa del prezzo del gas, ma la situazione ora potrebbe volgere in senso negativo rispetto agli auspici", ha osservato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
La situazione geopolitica
Il giacimento Tamar, di fronte alla Striscia di Gaza, è stato fermato per precauzione e lo Stato ebraico per soddisfare il mercato interno sta tagliando le esportazioni del giacimento del Leviathan. Ad incidere sui costi energetici tuttavia non è solamente il recente conflitto in Medioriente. Buona parte delle scorte di gas che arrivano in Italia, infatti, provengono da regioni del mondo attraversate da conflitti e disordini. Il gasdotto Finlandia-Estonia della Baltic Connector, ad esempio, resterà per cinque mesi fuori servizio per le riparazioni. Nella notte tra sabato 7 e domenica 8 ottobre, le tubature hanno subito un’anomala perdita di pressione, con il premier finlandese Sauli Niinisto che ha parlato di "un’attività esterna".
Non va meglio in Azerbaigian, che da molti anni è un importante fornitore di petrolio per l'Italia. Da quando si è imposta la necessità di un distacco dai combustibili fossili russi il paese ha visto crescere la sua rilevanza come esportatore di gas naturale. L’Azerbaigian, tuttavia, ha lanciato un’operazione militare nel Nagorno-Karabakh, territorio separatista situato all’interno dei suoi confini ma controllato dall’Armenia, che tiene col fiato sospeso i paesi europei.
Price cap, ministro Pichetto Fratin chiede proroga di un anno
La recente escalation del conflitto israelo-palestinese ha riacceso la speculazione sui mercati finanziari, con alcuni Paesi europei – Italia in primis – che ora chiedono di mantenere il tetto al prezzo del metano anche per il 2024. "A dicembre scade il price cap sul gas, io chiederò che sia rinnovato per un anno", ha dichiarato il ministro all'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Il price cap è la misura che fissa il tetto massimo al prezzo del gas a 180 euro al megawattora.