MILANO
UNA GALASSIA in continuo movimento in un teatro dove la parola magica è internazionalizzazione. Grandi studi legali di caratura mondiale investono sempre più in Italia; law firm italiane fanno del ‘made in Italy’ un business model che funziona nel mondo. Esempio dei primi è Greenberg Traurig che ha deciso di sbarcare in Italia con Santa Maria. Greenberg Traurig è una delle più importanti law firm americane, con oltre 2.000 professionisti e 39 uffici nel mondo; Santa Maria, storica boutique del settore legale, tra i più importanti studi indipendenti, è attiva a livello internazionale con competenze nei vari settori del diritto dell’Unione europea, nella contrattualistica e nel contenzioso internazionale, in M&A, in diritto societario e finanziario.
«LA PARTNERSHIP con Santa Maria – dichiara Richard Rosenbaum, executive chairman di Greenberg Traurig – rappresenta il coronamento di un’alleanza pluriennale che ha visto i due studi collaborare in rilevanti pratiche per numerosi clienti. Insieme, porteremo in Italia la cultura internazionale di una law firm globale, valorizzando le competenze nazionali. Milano rappresenta il quarantesimo ufficio nel mondo per Greenberg Traurig e il quinto in Europa dopo Amsterdam, Berlino, Londra e Varsavia (coinvolti complessivamente oltre 300 professionisti, ndr). La nostra partnership ci vedrà impegnati nei settori sempre più avanzati dell’attività legale e, in particolare, in M&A, private equity, tax, restructuring, capital markets, Antitrust, IP, Real Estate, banking & finance e contenziosi e arbitrati internazionali».
I due studi collaborano già da oltre quindici anni, con un ‘italian desk’ presso la law firm americana, a New York, nella tutela di numerose aziende italiane con interessi negli Usa e, viceversa, realtà statunitensi con interessi in Italia e nell’Ue. La partnership Greenberg Traurig-Santa Maria permette alla law firm americana di ampliare il proprio raggio di azione in Italia e a Santa Maria di supportare i propri clienti nelle diverse giurisdizioni dove è presente l’organizzazione statunitense.
«PORTIAMO in Italia il network e la competenza full practice di una delle più grandi law firm americane – afferma Luigi Santa Maria, managing partner di Greenberg Traurig Santa Maria – e contestualmente il know how tecnologico sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella consulenza legale, fattore cruciale nell’attuale momento di trasformazione epocale della professione». Poi, come abbiamo detto, ci sono le law firm italiane come lo studio MepLaw che esportano il ‘made in Italy’. Fondato nel 1987 dall’avvocato Luigi Maggesi, adesso ha sedi a Roma, Londra e Smirne, e può contare su circa 30 ‘italian desk’ nel mondo, in cui opera almeno un avvocato che parla perfettamente la lingua italiana. Lo studio rappresenta un sostegno per i numerosi italiani residenti all’estero, il cui numero è sempre crescente. Solo nel Regno Unito, si contano circa 700mila connazionali e il numero potrebbe essere maggiore se si considerano tutti coloro che non si sono mai registrati all’anagrafe estera.
«QUELLO del made in Italy è un business model che funziona» – sottolinea l’avvocato Fabio Maggesi, figlio del fondatore –. Il nostro modus operandi ci ha permesso non solo di ottenere un posizionamento specifico, ma anche di diventare un punto di riferimento per i nostri connazionali che vivono nel Regno Unito, in Turchia o in Paesi vicini, che spesso si trovano a dover fare i conti con un sistema normativo diverso, reso ancor meno comprensibile dalle barriere linguistiche». Con un dipartimento che si occupa in modo specifico di nuove tecnologie (contrattualistica telematica, trading, blockchain, moneta elettronica e betting online sono termini ormai di uso comune), MepLaw ha come obiettivo immediato l’apertura di due nuove sedi a Dubai e Miami e l’incremento degli ‘italian desk’.