Tra le sfide moderne più importanti cui è chiamato il mondo industriale ci sono, sicuramente, la transizione energetica e la decarbonizzazione atte a gettare le basi di un nuovo sviluppo sostenibile. Tale processo richiede, come intuibile, una grande quantità di risorse, con i Green bond che rappresentano un strumento molto utile alla concretezza del progetto. È opinione abbastanza diffusa che, proprio i Green bond, avranno nel corso dei prossimi anni un ruolo determinante per finanziare la realizzazione delle infrastrutture necessarie per la transizione energetica.
Green bond, cosa sono e perché sono importanti
Per comprendere quale potrà essere il ruolo da qui ai prossimi anni dei Green bond nel processo di transizione energetica è necessario partire da una loro corretta definizione. Si tratta di strumenti finanziari verdi (cioè sostenibili) molto diffusi, che si sostanziano in obbligazioni o titoli di debito che vengono emessi da realtà come imprese, banche, Stati, altri enti pubblici e organismi sovranazionali, con il fine di reperire risorse che possano essere destinate, in via esclusiva, al finanziamento o al rifinanziamento di progetti ambientali nuovi o già preesistenti. Sono dunque delle fonti di risorse economiche che i soggetti emittenti possono utilizzare per finanziare i propri progetti sostenibili.
La maggior parte di questi strumenti finanziari vengono emessi in Italia da compagnie che operano nel settore utilities che, con i Green bond, perseguono diversi obiettivi. Tra questi il più significativo è la definizione di una percentuale di debito sostenibile che possa essere allineato con la tassonomia climatica prevista dell’Unione europea. Ci sono poi gli obiettivi inerenti il contributo alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e quelli relativi alla messa in posa del cambio di paradigma in ottica più sostenibile delle imprese.
Esempi di Green bond
Al fine di permettere una migliore comprensione dei Green bond può essere utile fare ricorso a qualche esempio concreto. Partiamo da Enel. In un’analisi sul tema condotta da Luca Vallarino, responsabile Trading Desk e gestore e membro del Comitato Investimenti di IMPact sgr, e Dario Mangilli, Head of Sustainability di IMPact sgr, viene fatto notare come, nel 2023, in Enel, maggiore emittente globale di Green bonds, il 64% del debito finanziario lordo fosse costituito da emissioni sostenibili. Un grande contributo e attenzione è riservato dall’azienda alla transizione ecologica, con la percentuale suddetta che, da piani aziendali, dovrebbe arrivare al 70% entro il 2026. E ancora, l’attenzione di Enel al tema ambientale si ravvede anche nella volontà dell’azienda di raggiungere, entro il 2025, un quota superiore all’80% degli investimenti in capitale conformi alla tassonomia climatica europea.
Altro esempio virtuoso in tema Green bond è quello di A2A che, nel suo piano strategico 2024-2025, ha stabilito di voler arrivare a possedere l’80% del debito sostenibile entro il 2026 e il 100% entro il 2035. Viene impostato un piano CAPEX da 22 miliardi per i prossimi 12 anni, con il 49% della somma che è coerente con la tassonomia ambientale europea.
Vi è, infine, il caso di Terna, che ha programmato investimenti per 21 miliardi tra il 2023 e il 2032, di cui il 99% è in linea con l’obiettivo di mitigazione della tassonomia ambientale europea. Gran parte di questo impegno verrà finanziato con strumenti di emissione di debito sostenibili.