Non c’è pace nel mondo dell’high tech: Google ha annunciato ieri centinaia di licenziamenti in diverse aree aziendali, dall’hardware all’ingegneria fino a Google Assistant. Gli esuberi potrebbero arrivare a eliminare un migliaio di posizioni e l’annuncio arriva poche ore dopo quello di Amazon, che mercoledì ha lasciato a casa centinaia di dipendenti nelle sue divisioni Prime Video e MGM Studios. Mountain View ha motivato i nuovi tagli con la riorganizzazione di alcuni divisioni ma sul banco degli accusati c’è l’utilizzo sempre più massiccio dell’Intelligenza Artificiale. Secondo alcuni osservatori, molti dei posti di lavoro (in particolare nell’unità di vendita degli annunci) sono in esubero perché Google ha introdotto nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale in grado di suggerire e creare automaticamente nuovi annunci che hanno un buon rendimento per i clienti e richiedono meno risorse.
I mille nuovi licenziamenti si sommano ai dodicimila posti di lavoro tagliati da Alphabet (la casa madre di Google) nel 2023, quasi il 6% dei dipendenti. Dalla società è arrivata una spiegazione generica: "Durante la seconda metà del 2023, alcuni dei nostri team hanno apportato modifiche per diventare più efficienti, per allineare le proprie risorse alle maggiori priorità di prodotto". Modifiche che "includono l’eliminazione di alcuni ruoli a livello globale", ha spiegato un portavoce. E in effetti i tagli hanno riguardato anche un paio di nomi noti, i cofondatori di Fitbit, James Park ed Eric Friedman, visto che le funzionalità Fitbit sono state integrate nel o marchio di hardware Pixel (sempre di Google).
Mountain View invita a considerare l’iniziativa all’interno di un piano più ampio di "investimenti in altre grandi priorità e nelle significative opportunità che ci attendono". Opportunità come l’intelligenza artificiale: non è un mistero che Alphabet, guidata dal Ceo Sundar Pichai, stia concentrando le risorse sugli sviluppi dell’intelligenza artificiale, per riconquistare in fretta terreno sul settore dove ChatGpt al momento è dominante. Per Google, questo significa tra l’altro avere per la prima volta un rivale diretto fortissimo nel suo core business, la ricerca web. Quanto può essere pericoloso questo rivale? Può diventare letale: proprio ieri Microsoft, che implementa ChatGpt nei suoi nuovi prodotti, è diventata la società che vale di più a Wall Street, superando Apple: un primato dovuto al forte investimento – 13 miliardi di dollari – in OpenAI (la società che realizza ChatCpt).
Tra i molti problemi di Google, ce n’è uno in arrivo dalla corte di Corte di Giustizia Ue: l’avvocato generale Juliane Kokott ha chiesto la conferma dell’ammenda di 2,4 miliardi di euro inflitta a Mountain View per aver favorito il proprio servizio di comparazione di prodotti. "Esamineremo l’opinione dell’avvocato generale e attendiamo la decisione finale della Corte. Indipendentemente dall’appello, continuiamo a investire nelle nostre soluzioni che hanno funzionato con successo per diversi anni, e continueremo a collaborare costruttivamente con la Commissione Europea", rende noto Google. La causa risale al 2017, ma tra impugnazioni, ricorsi e annullamenti parziali della condanna si è arrivati al 2024. Le conclusioni dell’avvocato generale non vincolano la Corte, ma suggeriscono una possibile soluzione, questa volta definitiva.