Martedì 15 Ottobre 2024

Google, perché il tribunale Ue ha annullato la multa da 1,5 miliardi per il caso AdSense

I giudici hanno confermato la maggior parte delle valutazioni della Commissione europea, ma hanno cancellato la maxi ammenda inflitta per alcune clausole contrattuali che limitavano le pubblicità dei concorrenti

Il logo di Google (Ansa)

Il logo di Google (Ansa)

Strasburgo, 18 settembre 2024 – Annullata la multa di quasi un miliardo e mezzo a Google inflitta dalla Commissione europea nel 2019 per il suo servizio di banner pubblicitari, AdSense. Lo ha deciso il Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia europea che, pur confermando la maggior parte delle valutazioni della Commissione, sostiene che l'Esecutivo Ue non avrebbe tenuto conto dell'insieme delle circostanze pertinenti nella sua valutazione della durata delle clausole contrattuali che aveva qualificato come "abusive".

La vicenda riguarda la piattaforma pubblicitaria chiamata AdSense, che Google gestisce dal 2003. In questo contesto, il colosso di Mountain View ha sviluppato diversi servizi tra cui, in particolare, un servizio di intermediazione pubblicitaria legato alle ricerche online denominato AdSense for Search (Afs). Afs consentiva agli editori di siti web contenenti motori di ricerca integrati di visualizzare annunci pubblicitari relativi alle ricerche online che gli utenti potevano eseguire su tali siti web. In questo modo, gli editori potevano ricevere una parte delle entrate generate dalla visualizzazione di questi annunci pubblicitari. Per utilizzare Afs, gli editori che generavano un fatturato sufficiente potevano negoziare un "accordo di servizio" ("Google Services Agreement" - Asg) con Google. L'Asg conteneva tuttavia clausole che limitavano o vietavano la visualizzazione di annunci pubblicitari di servizi concorrenti di Afs.

Nel 2016, dopo diverse denunce da parte di concorrenti di Google (tra cui Microsoft, Expedia e Deutsche Telekom), la Commissione ha avviato un procedimento relativo a tre clausole contenute nell'Asg (denominate nella sentenza "clausola di esclusiva", "clausola di collocamento" e "clausola di autorizzazione preventiva"). Nella sua indagine antitrust, Bruxelles sottolineava che queste clausole potevano eliminare i servizi concorrenti di Afs. Tali clausole sono state poi rimosse o modificate dalla stessa multinazionale californiana nel settembre 2016.

Nel marzo 2019 la Commissione ha accertato che Google aveva commesso tre violazioni distinte che costituivano, insieme, un reato unico e continuato, da gennaio 2006 a settembre 2016, e ha inflitto a Google una multa di 1.494.459 euro.

Con la sentenza odierna, il Tribunale conclude invece che l'Esecutivo comunitario ha commesso errori nella valutazione della durata delle clausole contestate, nonché della porzione di mercato da queste coperta nel corso dell'anno 2016. Ne consegue che, secondo la Corte, la Commissione non ha dimostrato che le tre clausole individuate costituissero ciascuna un abuso di posizione dominante e, congiuntamente, una violazione unica e continuata dell'articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell'Ue. Il Tribunale ha quindi annullato integralmente la decisione della Commissione.